Come nasce un comitato di quartiere e perché Roma si salva anche cosí
Nel 2016 Andrea de Rosa, avvocato residente nelle prossimità di piazza Don Minzoni, decide che non c’è più tempo per attendere soluzioni e manutenzione che non arrivano mai e che è ora di rimboccarsi le maniche e di impegnarsi in prima persona.
È così che Andrea scende in piazza, in quella che per decenni è risultata essere identificata come un parcheggio per taxi e una rotatoria sull’asse di viale Bruno Buozzi. Nel frattempo, quello che doveva essere un giardino, è diventato una discarica protetta dalle siepi trasformate in muri di verde che nascondono alla vista il degrado che si annida ma che è ben visibile dai residenti che affacciano sulla piazza e la vedono dall’alto.
L’idea di Andrea è quella di rispettare la funzione di questo spazio verde che è registrato al Comune come un vero e proprio giardino e porta il nome della cofondatrice dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Armida Barelli. Si tratta di restituire il volto e la fruibilità di questo piccolo spazio urbano, posizionando sei panchine sparite da decenni e cambiare la prospettiva, conducendo lo sguardo all’interno del giardino, facendo “sparire” dal campo visivo i taxi che diventano marginali, tanto quanto il flusso continuo di auto che ruotano intorno alla piazza. La cura e la manutenzione costante di questa area verde, adottata dal Comitato Don Minzoni, mette in moto un’energia virtuosa a tal punto che in anni di stasi totale sul fronte della riqualificazione delle facciate degli edifici romani, iniziano una dopo l’altra, dal 2017 al 2020, a rifare il proprio look le palazzine che circondano la piazza che prese il nome di Don Giovanni Minzoni nel dopoguerra, sostituendo quello di piazza dei Martiri Fascisti, dato originariamente alla piazzetta nata durante il ventennio mussoliniano.
L’estate del 2019 l’edicola ha riqualificato la sua postazione, chiamando un artista che ha realizzato un ottimo lavoro sulle saracinesche che vengono, finalmente, rispettate dai writers di zona.
Il municipio ha donato 4 nuovi pini che era stato necessario abbattere nel corso del tempo e il comitato ha fatto potare gli altri quattro, a sue spese. L’estate 2020 ha visto un intervento, da parte del municipio, di rifacimento dei marciapiedi di via Mangili che sbocca in piazza, recuperando uno stato di degrado, in particolare, accanto all’edicola dove il Dipartimento Ambiente di Roma Capitale ha fatto rimuovere una ceppaia che aveva divelto il marciapiede.
Si può dire che è stato messo in moto un rapporto pubblico-privato dinamico e costruttivo, senza clamori e senza primati, nel segno della collaborazione e compartecipazione in una operazione progressiva di riqualificazione sostenibile di una piazza.
La vita a Don Minzoni è cambiata, il giardino viene vissuto, le persone si siedono a leggere il giornale, a prendere un po’ d’aria e di sole e a far passeggiare il cane. Quando arrivi da viale Bruno Buozzi lo sguardo si apre ed è attratto da uno spazio verde che dà respiro non solo ai residenti ma anche a chi vi transita.
In conclusione, l’ambiente e il benessere pacificano gli animi e fanno prevalere il buon senso, per quel che non può che essere un valore comune a tutti: vivere bene la propria città.