Monti Parioli | La storia

Monti Parioli, 278 anni fa la corrida per celebrare la Madonna dell’Arco Oscuro

di Claudio Lollobrigida

In viale delle Belle Arti, di fronte al piazzale di Villa Giulia, una cavità nella pietra, chiusa da una cancellata, ospita la cappella della Madonna dell’Arco Oscuro. Al suo interno, oltre a un’immagine dell’Annunciazione, ce n’è un’altra proprio della Madonna, ritenuta molto speciale nel ‘700. Tanto che, nel 1939, nel suo libro “Edicole di fede e di pietà nelle vie di Roma”, Publio Parsi scrive che quell’iconografia proteggeva i viandanti da briganti e malviventi nella campagna fuori dalle Mura Aureliane.

La devozione nei confronti della Madonna è così grande che, ogni 15 ottobre, viene organizzata una grande celebrazione in suo onore nella vecchia località dell’Arco Oscuro, che oggi chiamiamo via dei Monti Parioli. Ma nel 1741 qualcosa non va come dovrebbe.

I festeggiamenti non si limitano alla processione, tanto che una parte di essi vengono dedicati a spettacoli e intrattenimento. Nel “Diario di Roma” lo storico Francesco Valesio scrive che “fu tenuta sulla piazza quadrata una caccia di tori“. Una sorta di corrida che, seppur poco ha a che fare con la religione, attira tantissimi spettatori.

Tutto procede per il meglio, finché un torero non viene incornato da uno degli animali, che gli lacera la carne e i vestiti, lasciandolo a terra in una pozza di sangue. Ma non è tutto: un palchetto, forse a causa del troppo peso da sostenere, viene giù, causando morti e feriti.

Tuttavia il terribile incidente non scalfisce la considerazione dei cittadini per la Madonna, tanto che trent’anni dopo viene costruita la chiesa della Madonna dell’Arco Oscuro per custodire l’effige sacra. E nonostante la campagna infestata dai briganti non esista più, ancora oggi l’Arco Oscuro rimane un luogo mistico e leggendario.

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