Trieste-Salario | Interventi
Il commento: via Chiana e le altre. Il degrado è politico
di Luigi Carletti
Le immagini delle transenne di via Chiana gettate da un lato della strada per far posto alle auto – da parcheggiare o da far passare – sono qualcosa di ben più serio del gesto in sé, liquidato dalla presidente Del Bello come l’azione di “qualche stupido”. Perché il gesto potrà anche apparire “stupido”, ma la leva che lo ha scatenato crediamo che affondi piuttosto nella rabbia e nella frustrazione dei cittadini. Almeno di quelli che non si rassegnano al degrado e alla decadenza di Roma.
A quasi tre mesi dalla nevicata che ha devastato molte strade e giardini, ci sono ancora zone del quartiere che sembrano bombardate. E stiamo parlando del Trieste- Salario, II Municipio, città di Roma, Capitale d’Italia. Per trovare paragoni di una simile incuria bisogna andare in centri notoriamente trascurati del profondo Sud (sempre meno per fortuna) o in paesi svantaggiati oltreconfine.
Il Comune di Roma, secondo quanto ha spiegato l’assessore del II Municipio Giovannelli a RomaH24, avrebbe dovuto fare i lavori attraverso il Simu (manutenzione urbana). Ma i lavori non li ha fatti. Per un’opera del genere – riparare una strada – pare che debba indire una gara d’appalto. E qui sta la prima mostruosità di un apparato politico-amministrativo che non funziona: di fronte a una situazione emergenziale, si apre un bando per la gara d’appalto? Se le cose stanno davvero così, a noi pare una follia burocratica. Una delle tante che fanno della macchina amministrativa romana un floscio elefante che non si muove. O si muove malissimo. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, inclusi quelli che – avendo votato la sindaca Raggi – si ostinano a dire che Roma sembra rinata. Un ritornello stonato che è pur sempre una bella prova di umorismo.
Eppure sappiamo che quando le cose si vogliono risolvere davvero, non c’è gara
d’appalto che tenga: si procede d’urgenza. E nel caso di via Chiana – come in molte
altre situazioni di vera e propria emergenza – si potrebbe intanto superare il problema, e poi adottare tutti gli strumenti dell’ordinaria amministrazione. Perché non lo si fa?
La sensazione – ma è ben più di una semplice sensazione – è che nel perverso gioco dei rimpalli tra Comune e Municipio, ciascuno faccia un gioco “politico” che di politico ha ben poco e ha molto, invece, della guerricciola tra forze opposte: i Cinquestelle al Campidoglio, il Pd nel quartiere. Da un lato si esaspera l’incazzatura dei cittadini, sapendo che poi questi “spareranno” nel mucchio, senza fare troppe distinzioni tra Comune e Municipio, ma anzi, prendendosela con chi è più a portata di mano e d’insulto (il Municipio, appunto). Dall’altro, si accumulano le prove della gestione ostile del Campidoglio nei confronti di uno dei due municipi ancora governati dal Pd per poi farne strumento di campagna elettorale e di azioni pubbliche.
Possiamo dirlo? E’ un gioco di bassissimo cabotaggio, un vero e proprio “degrado politico”, in cui a perdere sono i cittadini e l’immagine di Roma. L’incapacità manifesta dell’amministrazione grillina su molte questioni decisive per la città, si salda così alla “guerriglia” di resistenza di chi ha perso le elezioni, ma ancora governa alcune zone cruciali della Capitale. Da tutto questo crediamo se ne esca soltanto con una presa di coscienza dei cittadini su quali siano i retroscena di situazioni apparentemente assurde, ma non così complicate da spiegare. Comitati e associazioni che in tutta Roma stanno nascendo come funghi sono la dimostrazione che la politica – questa politica – non arriva più a risolvere i problemi della gente. E se poi qualcuno butta da un lato transenne che stanno lì da settimane, beh, il gesto non è certo da applaudire, ma magari da provare a comprendere. Questo sì.