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Azzerati i vertici, quello che Ama (non) ha fatto nel Trieste-Salario
di Emiliano MagistriLa sindaca Raggi ha azzerato i vertici di Ama e silurato Lorenzo Bagnacani, quello che da oggi può essere definito “l’ex” presidente della municipalizzata. A dieci giorni dalla mancata approvazione del bilancio dell’azienda, a cui sono seguite le dimissioni dell’assessora capitolina all’Ambiente, Pinuccia Montanari, la questione rifiuti vive un’altra giornata difficilissima. O quantomeno, la vivono la città e i tanti residenti e gestori di attività commerciali. Almeno in prospettiva. La vive, soprattutto, il Trieste-Salario, già reduce da un 2018 complicatissimo culminato, come se già non fosse abbastanza, con l’incendio dell’11 dicembre nel Tmb di via Salaria, e che oggi, con la decisione della prima cittadina, vede nuovamente lontana la risoluzione di un ormai conclamato stato di emergenza.
Rifiuti, ingombranti e non
Lavastoviglie, materassi, sanitari, mobili di vario genere, persino bambole gonfiabili. Lungo le strade del nostro quartiere RomaH24 ha documentato tutto, compresa quella mancanza di senso civico che, troppo spesso, ha cercato alibi nei disservizi del personale (carente) di Ama. Un intero territorio in balia di rifiuti ingombranti, cassonetti stracolmi e marciapiedi invasi dai sacchetti che, come più volte denunciato dall’assessore all’Ambiente del II Municipio, Rosario Fabiano, “nessuno raccoglie perché non vengono ripristinati i turni di spazzamento“. Era il 18 dicembre, una settimana esatta dopo l’incendio del Tmb, e nel quartiere veniva annunciato a tutti gli effetti lo stato di emergenza. Lo stesso Fabiano, a RomaH24, aveva annunciato: “Da via Massaciuccoli a via Adige, da via di Priscilla a via Nemorense, non c’è una zona del Trieste-Salario che si salvi. Da tempo inviamo segnalazioni ad Ama, ma più di questo non possiamo fare”.
L’emergenza carta e le utenze non domestiche
Come altre tipologie di raccolta, anche quella legata alla carta è appaltata a una ditta esterna: la Sarim. Tuttavia, Ama, che resta come figura apicale di coordinamento, non riesce a garantire turni di raccolta precisi che evitino, a strade e marciapiedi del Trieste-Salario, di essere invasi da scatole di ogni dimensione. Ma non solo. A complicare la situazione c’è il mancato servizio di raccolta dei rifiuti delle utenze non domestiche, cioè dei locali commerciali. Un “porta a porta” che fu proprio la sindaca Virginia Raggi ad annunciare a metà settembre, ma che almeno in questo quartiere non è mai iniziato. O quantomeno, non ha mai prodotto gli effetti sperati. “Il nostro territorio è cambiato nel corso degli anni – spiega Rosario Fabiano – facendo registrare una produzione di rifiuti non più solo residenziale. Ama e il Campidoglio non hanno mai preso atto di questa evoluzione e di questo aumento di utenze esterne, frutto di chi frequenta il Trieste-Salario e, più diffusamente, il II Municipio, per lavoro, scuola o svago”.
L’appello al Governo
Messa in mora del Campidoglio e di Ama per le soluzioni non trovate per arginare l’emergenza rifiuti. Il 20 dicembre viene protocollata una nota inviata a Comune, Regione Lazio e ministero dell’Ambiente, a firma della presidente Francesca Del Bello e di Rosario Fabiano. Un atto ufficiale per chiedere azioni concrete per arginare la situazione con cui i residenti fanno i conti già da prima dell’11 dicembre, quando scoppiò l’incendio all’interno del Tmb di via Salaria. Una situazione che, secondo lo stesso Fabiano, autorizzerebbe “i cittadini a richiedere, in maniera legalmente corretta, l’esenzione dal pagamento della Tari, alla luce di un servizio che, nei fatti, non viene garantito”.
Le dimissioni della Montanari
Venerdì 8 febbraio il Campidoglio non approva il bilancio Ama e l’assessora Pinuccia Montanari rassegna le dimissioni. Per il Trieste-Salario si apre uno scenario ancor più drammatico che, più diffusamente, genera apprensione anche nella gestione del verde. Il caso vorrà che, ventiquattro ore dopo, sabato 9 febbraio, un pino crollerà lungo corso Trieste (fortunatamente senza ripercussioni sulla sicurezza delle persone) riaprendo anche il dibattito sul mancato piano di potatura delle alberature. “Non siamo mai riusciti a ottenere un elenco dettagliato dei turni di spazzamento delle strade, così da garantire trasparenza ai cittadini – disse Rosario Fabiano commentando a caldo la bocciatura del bilancio Ama -. L’assessora Montanari ci stava lavorando, dobbiamo riconoscerlo, ora non so cosa succederà. Mi auguro che non si sia trattato della ricerca esasperata di un capro espiatorio per coprire mancanze che, da anni, un’azienda e un’intera amministrazione, stanno facendo registrare”.
Oggi i vertici dell’azienda vengono azzerati. Il futuro del Trieste-Salario e di Roma (ri)parte da qui.