3 Maggio 2018 - 11:38 . Trieste-Salario . Sport

Roma-Liverpool, boom nei pub del Trieste-Salario: una serata tra tifo e birra

di Daniele Petroselli

Una notte intensa ma amara. Roma-Liverpool è stata vissuta dai romani allo stadio, a casa ma anche nei pub, dove c’è stato davvero il pienone. Tutto per vivere insieme una partita che per la città è stata un vero e proprio evento. Sold out anche per i locali del Trieste-Salario, in particolare nei pub, dove tra una birra e un panino sono tanti i tifosi giallorossi che si sono ritrovati a guardare l’incontro sui maxischermi allestiti.

In realtà è stata corsa al locale fino all’ultimo minuto, complici le uscite ritardate da lavoro e il traffico caotico della città. Ma al fischio d’inizio tutti erano seduti sul proprio tavolo o al bancone per guardare l’incontro. Dopo una perlustrazione generale, noi di RomaH24 ci siamo fermati al Jamboree Pub, noto locale di via Tagliamento, dove la presenza giallorossa ieri sera è stata forte.

Dai giovanissimi ai più ‘esperti’, hanno vissuto con grande ansia l’incontro. Il 2-1 dei Reds in realtà non ha scalfito però troppo l’animo dei presenti, tra cui quello di Lorenzo, 32 anni, originario della Sardegna ma da anni nella Capitale e tifoso della Roma: “Anche con il Barcellona era impossibile, ci devono credere loro e anche noi”, ripete più volte.

Nella ripresa la rete di Dzeko scalda gli animi, anche quelli di diversi turisti giunti nel quartiere dopo una giornata in giro per Roma, ma travolti anche loro dalla passione per il calcio in città e dalla curiosità. Come per AdriaanKaroline, 60 lui e 56 lei, di Amsterdam: “Era impossibile non sapere della partita – dice lui – per tutto il centro era un tripudio di bandiere. Non siamo grandi tifosi di calcio ma non si poteva non essere curiosi di vedere come si vive un evento del genere, anche in un pub”.

I minuti passano, poi nel finale prima il rigore negato a El Shaarawy e poi le due reti di Nainggolan creano scompiglio nel locale. Ma il 4-2 non basta. E così come l’Olimpico ha cantato per i propri beniamini, anche qui l’atmosfera è comunque quella di chi rimane orgoglioso della propria squadra, anche se la delusione c’è eccome, come quella di Ezio, 72 anni, da sempre nel quartiere, e che non digerisce l’ennesima amarezza contro il Liverpool: “Nell’84 c’ero lì allo stadio, stavolta è stato diverso solo perché non era una finale. Speriamo di rivivere certi appuntamenti più spesso, magari con esito diverso”, ammette. E chissà, sempre davanti ad una buona birra in un pub.