25 Luglio 2019 - 11:48 . Africano . Cultura
“Quelli cattivi”, così Lugli e Del Greco raccontano la criminalità nella Capitale
Una rapina colossale cementifica l’alleanza tra il terrorismo nero e la mala di Ostia. Da questo patto spietato sgorgano intrecci pericolosi e relazioni sentimentali, e miserie e grandezze si mescolano in un’atmosfera noir. Il ritratto del romanzo scritto a quattro mani da Massimo Lugli e Antonio Del Greco lo pennella Luigi Carletti – direttore di RomaH24 e presidente di Typimedia – che conduce la serata alla libreria Eli di viale Somalia: “Quelli cattivi (Newton Compton editori) è il libro più scoppiettante del ciclo. Perché è un romanzo basato sulla realtà, ma è soprattutto un modo per farci capire in maniera del tutto originale cosa sia la criminalità a Roma”.
Chi ha sfidato ieri il caldo opprimente per il quinto appuntamento di Criminali autentici e dove trovarli (l’ultimo sarà il 30 luglio con “Il figlio della colpa” di Fabrizio Peronaci, Bertoni editore) non sarà andato via deluso dal melting pot di storie ed esperienze svelato da Lugli, storica penna della nera di “Repubblica” e Del Greco, ex dirigente della Omicidi.
“Quelli cattivi nasce da una storia vera. Una rapina a Marbella che nell’83 frutta 40 miliardi di lire. Un patrimonio in gioielli nascosto sotto la sabbia di Ostia” racconta Lugli. “La tecnica con cui fu disattivato l’antifurto – dice – è incredibile”. L’origine è il colpo del secolo. “Il plot scaturisce da qui – spiega Carletti -, dal dato reale dell’alleanza tra forze eversive e criminalità di Ostia”. Tra Omar Gentile, “colonnello” di una formazione di estrema destra e Pietro Salis, “er Cattivo” che ambisce a diventare re di Roma. Il resto lo fa la creatività degli autori, sempre fedele ai particolari, sempre attenta a non travisare, rappresentando in forma romanzata un pianeta autentico. Un pianeta che chi non è stato superpoliziotto come Del Greco, o supergiornalista come Lugli, fatica a immaginare. “Ci hanno rimproverato per l’abuso del dialetto romano. Ma i nostri personaggi parlano così, perché – spiega Lugli – sono i malavitosi a parlare così”. E agiscono così: la criminalità a Roma non divide il territorio come accade per mafia e ‘ndrangheta, ma “si aggrega in batterie, in paranze, magari per piccoli furti”, prosegue il giornalista.
Sono uomini che prosperano in quella che Carletti definisce una “anarchia criminale”. Del Greco sa decifrarne i motivi, naturalmente: “Un commissariato con ottanta persone avrebbe dovuto fronteggiare ogni problema. Impossibile. Il fenomeno-Ostia è stato sottovalutato. Grosse famiglie criminali, esponenti di mafia e ‘ndrangheta con il divieto di dimora nei loro comuni, si sono radicate così sul litorale”.
È su quelle strade, quelle che si affacciano sul mare di Roma, che Lugli e Del Greco tratteggiano un mondo a tinte forti, immerso tra miserie e grandezze, potere e femmine fatali. Con un pregio. “Quelli cattivi” non dà patenti di eroi a modelli negativi. Semmai, come dice Lugli, si limita a dipingere sui loro volti “un tocco di umanità”.
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