26 Giugno 2019 - 13:00 . Somalia . Cultura

No all’antimafia filo-governativa, così Attilio Bolzoni spiega i segreti di Cosa Nostra

Bolzoni, autore del libro “Il Padrino dell’Antimafia“, racconta come è nata la sua inchiesta, come si è trovato ad essere intercettato, spiato e minacciato. Accanto a lui, Luigi Carletti, direttore di RomaH24, e il giornalista Daniele Galli che lo hanno intervistato
Bolzoni, autore del libro “Il Padrino dell’Antimafia“, racconta come è nata la sua inchiesta, come si è trovato ad essere intercettato, spiato e minacciato. Accanto a lui, Luigi Carletti, direttore di RomaH24, e il giornalista Daniele Galli che lo hanno intervistato

“L’antimafia non deve essere filo-governativa. Deve essere sociale, scalza, senza piccioli (che in dialetto siciliano significa “senza soldi”, ndr)”. E se lo dice lui, l’inviato di Repubblica Attilio Bolzoni, c’è da credergli. Ma non per simpatia o per partito preso, ma perché se per anni il suo lavoro di cronista di nera, negli anni della Palermo più buia, quella a cavallo tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, l’ha portato a inimicarsi anche quelli che lui chiama “i buoni”, quelli cioè che la mafia l’avrebbero dovuta combattere, vuol dire che qualcosa di vero c’è.

È proprio con Bolzoni che martedì 25 giugno, nella libreria Eli di viale Somalia 50, si è aperto il ciclo “Criminali autentici e dove trovarli”, una serie di incontri organizzati in collaborazione con Typimedia (editrice di RomaH24) dedicati al grande giornalismo d’inchiesta.

Il giornalista-scrittore Attilio Bolzoni, storica firma di Repubblica, Bolzoni, autore del libro “Il Padrino dell’Antimafia“

“Il padrino dell’antimafia”, si intitola così il libro di Bolzoni che ha, come “trama”, la storia di Antonio Calogero Montante, il vice presidente di Confindustria nominato Cavaliere del lavoro da Napolitano, l’uomo della “legalità dell’industria italiana”, come spiega l’autore. “L’uomo più rappresentativo dell’antimafia, una persona tanto potente al centro di un sistema mafioso che, paradossalmente, avrebbe dovuto sconfiggere proprio la mafia”.

Il presidente di Typimedia, Luigi Carletti, e il giornalista, Daniele Galli, moderando l’incontro, si sono alternati in domande a Bolzoni volte a capire come e cosa lo abbia portato a intraprendere questa indagine su una figura che, fino a quel momento, sembrava al di sopra di ogni sospetto: “Non è un caso che sia stato il lavoro di un giornalista a portare all’arresto di un uomo per associazione a delinquere – racconta -. Negli anni la cosiddetta antimafia ha dimostrato di essere filo-governativa, cioè non si è mai schierata apertamente contro gli apparati dello Stato che, in un modo o nell’altro, tendevano a coprire persone come Montante”. Il pensiero va subito a Libera, l’associazione di don Ciotti, da sempre “espressione dell’antimafia, ma che non si è mai schierata apertamente contro l’ex vice presidente di Confindustria così come altre realtà. Nemmeno dopo il 9 febbraio 2015, data in cui la procura di Caltanissetta lo indaga per mafia. Solo tre personaggi pubblici – spiega Bolzoni – hanno avuto il coraggio e l’onestà di schierarsi contro Montante: l’ex presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, l’attuale presidente della Commissione, Nicola Morra, e il deputato dell’Assemblea regionale siciliana, Claudio Fava, figlio di quel Giuseppe, detto Pippo, Fava, scrittore e giornalista ucciso da Cosa Nostra nel 1984. Questo spiega molte cose”.

Il pubblico della libreria Eli di viale Somalia per il primo appuntamento del ciclo di incontri organizzato da RomaH24 “Criminali autentici e dove trovarli“

Antonio Calogero Montante è stato condannato a 14 anni con il rito abbreviato (che prevede lo sconto di un terzo della pena) per associazione a delinquere.

Il prossimo appuntamento in programma alla libreria Eli è per giovedì 4 luglio, sempre alle ore 21, con Paolo Bonacini, noto giornalista emiliano, che con il suo “Aemilia”, racconterà come la ‘ndrangheta si è impadronita di interi pezzi della sua regione, fino a che la magistratura non ha scoperchiato il sistema di potere criminale portando alla sbarra boss e complici insospettabili. Un racconto che ovviamente riguarda tutta l’Italia e Roma in particolare.

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