9 Aprile 2021 - 13:44 . Trieste . Ambiente
Pino abbattuto in corso Trieste, Cittadinanzattiva: “Comune agisce senza chiarezza”
Non è servito a nulla il presidio dei comitati del quartiere Trieste-Salario, il pino numero 19.599 di corso Trieste – altezza via Ufente, direzione piazza Istria – è stato abbattuto mercoledì 7 aprile, poco dopo l’ora di pranzo.
“A Roma l’abbattimento dei pini cittadini sembra esser diventata una pratica discutibile e scriteriata”. A dichiararlo sono Elio Rosati, segretario regionale di Cittadinanzattiva insieme a Emanuela Migheli di “Salviamo i pini di Corso Trieste” e Marina Di Giacomo coordinatrice dell’assemblea Nomentano-Trieste di Cittadinanzattiva Lazio.
“Abbiamo avuto segnalazioni da numerose associazioni e comitati locali su questo modo di procedere irrispettoso della natura urbana – proseguono – . Quest’ultimo caso monitorato da una nostra unità territoriale è emblematico“. Lo sgomento da parte degli attivisti è dovuto principalmente al fatto che il pino in questione “non risultava nell’elenco dei 9 alberi che, a seguito del monitoraggio commissionato dal Comune, sono stati decretati pericolosi e verranno abbattuti”.
L’intervento, come riportato sia dagli operai presenti sia dall’assessore al Verde del II Municipio Rino Fabiano, è stato deciso per compiere dei lavori di riparazione, da parte di una ditta appaltatrice di Acea, di una fogna che passa nell’area sottostante il tratto di verde dove insisteva il pino. “Nel cantiere non era neanche presente un responsabile dell’ufficio giardini, che avrebbe autorizzato l’abbattimento”, denunciano i comitati.
“Ci chiediamo con quale criterio vengano spesi i soldi dei cittadini – prosegue la nota di Cittadinanzattiva – . Abbiamo sostenuto le spese di un necessario monitoraggio, abbiamo pagato la endoterapia, e ora paghiamo il pezzo più caro, il sacrificio di un Pinus pinea sano e utile alla collettività. La nostra associazione civica, da sempre in difesa dei diritti dei cittadini, è solidale e vuole dar voce alle associazioni e comitati locali romani che si battono per preservare il verde pubblico e denunciano la mancanza di trasparenza dell’amministrazione in queste operazioni apparentemente dissennate”.