12 Marzo 2019 - 8:10 . Africano . Curiosità
Piazza di Sant’Emerenziana, così un Pasquino protesta contro il cantiere
C’è un Pasquino che si aggira per le strade del Trieste-Salario e attacca alle transenne dei cantieri ironiche poesie in romanesco. È l’anima romana e il suo spirito verace che rispondono sarcasticamente all’ennesimo ritardo nella consegna dei lavori da parte di Italgas. I fogli, infatti, sono apparsi sulle recinzioni della società che da sei mesi occupano parte di piazza di Sant’Emerenziana e l’inizio delle due corsie regolari di viale Libia, provocando diversi disagi ai cittadini e alla viabilità.
“Semo arivati ar sesto mese, e sempre uguali so le nostre pretese. Voremmo sapé: ma quanno finite se qui a lavorà nun ce venite? O mejo: venite, piate du misure e annate via e noi rimanemo impicciati qui da st’agonia. L’agonia de lavori che nun vanno avanti e infastidischeno li residenti e li passanti, e tutti a chiede: ma quanno finiranno? De sto passo sicuramente a fine d’anno!!!”, recitano i fogli, attaccati su ogni lato del cantiere.
I residenti del quartiere sdrammatizzano l’esasperante attesa per la fine degli interventi, rispettando la tradizione della tipica ironia romana e romanesca. E non è la prima volta che i cittadini della Capitale reagiscono con un sorriso ai ritardi dei lavori. Nel 2014, per esempio, un residente della zona aveva scritto una “pasquinata” sul new jersey che chiudeva via Cassia, all’altezza di piazza dei Giuochi Delfici, a tre mesi dall’alluvione che aveva causato un cedimento nel terreno: “Mi nonno co’ ‘na pala aveva già finito”. Anche a piazza di Sant’Emerenziana.