29 Settembre 2018 - 9:37 . Trieste-Salario . Sport
Aspettando il derby nel Trieste-Salario tra scaramanzie e silenzioso ottimismo
Preoccupazione e un po’ di sfiducia per i tifosi della Roma, più tranquillità ed entusiasmo per quelli della Lazio. Questa è la fotografia che emerge dopo una “passeggiata” attraverso il quartiere Trieste-Salario parlando di emozioni e aspettative in vista del derby che si giocherà oggi pomeriggio alle 15 allo stadio Olimpico.
Al mercato di piazza Alessandria sono tanti gli appassionati per la Roma, ma l’umore non è dei migliori.
“Come la vedo? La vedo male” ci risponde Marco, che lavora ad un banco di frutta e verdura. “Non c’è la squadra, se vendi giocatori forti e compri quelli scarsi, e come fai a vincere?” aggiunge. Poi, scuotendo la testa, ci congeda con un consiglio:”Andate a parlare con Bruno”.
Bruno Quinzi è titolare di un banco di carni, che è sormontato da foto di Francesco Totti e di Dino Viola. “Se sono della Roma? Ti dico solo che mio nipote è nato ieri (compleanno di Totti – ndr) alle 10.10, e si chiama Nicolò Francesco. Vedi un po’ tu se non sono della Roma!”. Quando però si tratta di parlare della partita, il tono cambia: “Se la Lazio non vince stavolta, non vince più, dico solo questo” spiega, quasi categorico, aggiungendo che “la colpa è della dirigenza e della proprietà. L’unico interesse è il business, di fare una squadra che vince non gli importa”.
Ci spostiamo verso Porta Pia, e incontriamo Alessandro, trenta anni circa. Sta parlando di Roma con un amico, e ci infiliamo nel discorso con la fatidica domanda: come ti stai preparando al derby? “Sono rassegnato, e ve lo dico da romanista sfegatato. Secondo me già alla fine primo tempo già ci avranno finito”.
Si cambiano colori in piazza Verbano, dove i cuori sembrano battere più dalla parte biancazzurra. Fermiamo Martina e Veronica: lavorano in uno studio professionale della zona e sono lazialissime. “Vinciamo noi, sicuro!” dicono alla faccia di ogni scaramanzia. “Abbiamo Inzaghi che è un grande allenatore, la squadra gioca bene mentre la Roma fa fatica” aggiungono, arrivando anche ad ipotizzare il risultato: “Due a zero, segnano Immobile e Sergej (Milinkovic-Savic)”.
Dopo qualche metro incontriamo il primo tifoso giallorosso fiducioso e convinto: Francesco, un tassista che intercettiamo in pausa caffè: “Vinciamo noi, me lo sento – afferma deciso – la squadra non è poi così male e il derby è una partita in cui può accadere di tutto. Si, partiamo forse sfavoriti, ma sento che andrà bene. Ne sono sicuro, che ti devo díre?” esclama risalendo sul taxi.
L’ultima tappa del nostro viaggio attraverso le emozioni, le sensazioni e le aspettative delle due metà calcistiche del quartiere è piazza Vescovio, sede del famoso pub Excalibur, ritrovo dei tifosi biancocelesti.
Intercettiamo due ragazzi nei pressi del locale, sono due studenti universitari, uno della Lazio e uno della Roma. Mattia, il tifoso giallorosso, è arrabbiato: con la società, con alcuni giocatori, pure con i tifosi :”Ma come facciamo a vincere con questa società che non investe, con chi scendo in campo e non ci mette il cuore, pure con chi commenta che se vinci una partita pensano allo scudetto, e se ne perdi una si deprimono. Diamogli tempo, serve pazienza con il mister, altrimenti ogni anno e mezzo si ricomincia da capo!” Si, ma il derby?” Possono vincerlo tutte e due, quindi forse pareggeranno”.
Stefano, l’altro studente, è invece laziale, ed ostenta sicurezza: “Alla fine hanno più da perdere di noi, sono loro che devono vincere lo scudetto” dice tra il serio e lo strafottente. “Noi dobbiamo fare un bel campionato, non abbiamo nulla da dimostrare e giochiamo pure bene”. E quindi? “Quindi vinciamo” conclude sorridendo.
Preoccupazione, scaramanzia, sfottò, ansia, finta tranquillità e il sogno – quasi mai dichiarato – “di fargliene quattro”: ai tifosi del Trieste-Salario, come nel resto della città, non resta che aspettare il fischio di inizio.
LEGGI lo speciale sul tifo nel quartiere (a cura di Antonio Tiso)