24 Giugno 2018 - 9:43 . Trieste-Salario . Curiosità
La Febbre non sale a 90°. I Mondiali visti dal Trieste-Salario: per chi tifiamo in Russia?
L’Italia è fuori dai Mondiali di calcio dopo 14 partecipazioni consecutive. Come si scaccia la malinconia? Tifando per altre squadre oppure snobbando del tutto la competizione? L’italiano è tifoso, legato visceralmente al pallone rotondo e resistere alla tentazione di seguire la competizione è difficile, nonostante gli Azzurri siano costretti a guardarli sulla televisione dopo 60 anni. Abbiamo effettuato un piccolo sondaggio tra gli abitanti del Trieste-Salario, per capire quali sono le nazionali “adottate” da chi vive sempre con la Febbre a 90°.
I più giovani che abbiamo incontrato tendono un po’ a dividersi tra il disinteresse per la competizione e il tifo per le squadre in cui militano i grandi campioni di oggi. Paarliamo di quelle più iconiche e conosciute ai quattro angoli del mondo come l’Argentina di Messi, il Brasile di Neymar e il Portogallo di Cristiano Ronaldo. Poco spazio nella loro fantasia per altre nazionali, si va sul sicuro.
Salendo di età ed entrando nella fascia tra i 25-30 e i 50-55 anni le maggiori simpatie vanno alla Croazia, al Belgio, al Senegal e un po’a sorpresa alla Svizzera. I televisori dei bar sono comunque accesi sui match, che si guardano con la coda dell’occhio, con uno sguardo da vorrei ma non posso. Quando si entra in argomento però prevale il “Commissario tecnico” che è in tutti gli italiani. “Sono squadre che non hanno mai vinto a livello internazionale e giocano bene, o magari come il Belgio sono noiose ma solide”, ci spiega Giulio, commerciante di zona. “Questi campionati del mondo sembrano un po’ flosci, le cosiddette grandi non sono particolarmente in forma, ci potrebbe essere spazio per le outsider che esprimono una qualità di calcio elevata, come la Croazia”, fa eco Marcello Arici, informatico.
Due francesi sui 40 anni, cuochi alla Ambasciata di Francia, seduti a un bar a bere una birra, si godono i match da protagonisti: “Tifiamo il nostro paese ovviamente, ma ci dispiace che l’Italia sia assente, è il nostro paese adottivo”, mentre Alfredo, 49 anni, commerciante di cibo per cani e gatti, non ha dubbi “Sono della Juve, abbonato da 28 anni. Non essendoci l’Italia tifo le squadre in cui giocano gli juventini, specie la Croazia per Mandzukic e la Colombia per Quadrado.”
Assunta, pensionata, seduta a un bar di via Chiana con le amiche risponde girando lentamente il cucchiano nella tazzina. “Io se non c’è l’Italia non mi coinvolgo, ho bisogno di patriottismo per seguire il calcio. Poi guardi, ci sono comunque tanti bei programmi da guardare in Tv”. La signora Assunta non è l’unica che senza Italia non ha voglia di vedere la competizione. Sono molti gli abitanti del quartiere – e questo è un dato comune a tutte le età – disinteressati all’evento che in questi giorni si disputa in Russia. Nei bar si parla poco della Coppa del Mondo e più del calciomercato, quasi si aspettasse la riprese del campionato a fine agosto.
Un vantaggio però c’è. Si assiste alle partite senza l’angoscia del risultato, almeno per alcuni. Carlo Aversa, bibliotecario di circa 60 anni anni, sta guardando molte partite, “Ma senza l’ansia di quando partecipa l’Italia. Riesco di più a godermi il gioco, anche se questa neutralità un po’ mi pesa. Mi mancano le pizzate con gli amici prima della nazionale, e poi l’inno, i piccoli rituali pre gare come aspettare la formazione, sentirci tutti quanti un po’ allenatori. E soprattutto sognare per qualche ora”. Insomma, per questa estate non c’è la nazionale ad unire per una volta romanisti, laziali, juventini o interisti. Se ne riparlerà per il Qatar 2022. Forse.