15 Maggio 2018 - 9:39 . Africano . Degrado
Ciclabile Salaria, la paura dei cittadini: “Vasche di eternit andate a fuoco”
Il recente servizio proposto da RomaH24 sulla Ciclabile Salaria ha destato l’interesse di molti residenti del luogo, preoccupati per lo stato di degrado e di potenziale pericolo che spesso induce gli utenti ad evitarne la frequentazione nelle ore serali. Uno degli aspetti più inquietanti, secondo Gianluca Micozzi, tecnico audio della Rai residente sulla Nomentana che ci ha contattato, è la possibile presenza di vasconi in eternit lungo il percorso, utilizzati negli orti “ferroviari” per innaffiare le piante. Per comprendere meglio la situazione abbiamo deciso di esplorare la ciclabile che da via Valdarno arriva fino a Ponte Salario.
Iniziando il percorso si arriva ad alcune baracche carbonizzate da un rogo di quasi un anno fa. Questi fuochi, racconta Gianluca, potrebbero aver raggiunto e bruciato materiale potenzialmente pericoloso per la salute. “Durante l’incendio – spiega – le polveri sottili prodotte da manufatti di eternit potrebbero essersi sparse sugli orti e sulla vegetazione intorno. Come si può fare sport in queste condizioni? Ed essendo volatili, col vento, potrebbero raggiungere aree più lontane”. Di fronte alla ciclabile, al di là della ferrovia e della tangenziale c’è via Mascagni, con la scuola Sinopoli, mentre a poche centinaia di metri da noi c’è la primaria Manzi. Sempre secondo Gianluca queste vasche di raccolta verrebbero usate negli orti ferroviari: “Se fai un giro, è pieno di queste vasche. Sono fuori legge degli anni Novanta ma qua ancora vengono usate per annaffiare i terreni. Tra la fine di luglio e i primi di agosto del 2017, tra roghi e incendi dolosi, l’area ha visto decine e decine di focolai. Io amo questi posti, sono cresciuto qui, ci venivo già con mio nonno, ma non c’è controllo e questo scoraggia le persone dal frequentare la ciclabile.”
Lungo la pista, che rientra nella Riserva Naturale della Valle dell’Aniene gestita dall’ente Roma Natura, troviamo baracche e alloggi di fortuna abbandonati, luoghi di nessuno. “La sera la ciclabile è off limits, scatta il coprifuoco – ci racconta Gianluca -. Ma anche di giorno, nel tempo, ho visto gradualmente diminuire il numero di persone che fanno sport o una semplice camminata, comprese le famiglie”. C’è un forte senso di insicurezza tra gli abitanti: “Gli insediamenti nomadi vengono sgomberati ciclicamente, ma poi rinascono in poche ore. Ci sono tratti di fiume che fungono da discariche. Poi con la primavera gli alberi coprono tutto, ma con l’inverno l’orrendo spettacolo riemerge ben visibile. Da fine maggio la vegetazione diventa talmente folta che poco alla volta invade la pista e ostruisce il passaggio”. Senza la manutenzione ordinaria il percorso diventa quasi inutilizzabile anche a causa dello stato fatiscente degli arredi urbani: “Manca completamente la cura del verde qui. La staccionata di legno, realizzata alcuni anni fa, è stata quasi del tutto divelta o rotta. E’ possibile che almeno in parte l’abbiano utilizzata per scaldarsi i senza tetto che vivono lungo il canalone. Le poche panchine sono ricoperte di piante. I cartelli con le mappe sono stati ricoperti da spray neri. Come potrebbe una mamma portare i bambini a giocare qui?”.