Monte Mario | Articoli

Monte Mario, quel rettile che fa paura ma che invece ci protegge

di Sergio Campofiorito

Dopo topi, cinghiali e gabbiani a Roma scoppia un altro allarme faunistico, o forse no… L’area verde di via Teulada è infestata dai serpenti, la denuncia è stata raccolta da RomaH24 da alcuni volontari che si dedicano alla manutenzione del verde. O almeno vorrebbero dedicarsi giacché, come lamentano in un post su facebook “Ci proviamo a tener pulito, ma ultimamente siamo invasi dai serpenti”. Il giardino, come recentemente raccontato dalla nostra testata, appare in totale stato di abbandono e incuria, è parte della riserva naturale Monte Mario che si estende su 238 ettari ed è gestita dall’ente regionale Roma Natura.

Via Teulada, la muta di un biacco giace in mezzo alla strada

Il rettile in questione si chiama Hierophis viridiflavus, più comunemente noto come biacco. Si tratta di un ofide non velenoso, assai diffuso in tutta la Penisola, che misura circa un metro mezzo ma raramente può raggiungere i due metri. In questa stagione, corrispondente al periodo degli amori, è particolarmente attivo e sovente sconfina nelle strade limitrofe alle aree verdi, per tale motivo viene spesso investito dai veicoli in transito. Caratterialmente tende a sfuggire dall’uomo, se invece si sente accerchiato si difende mordendo.

Pupille fisse e verticali, corpo squamoso, lingua bifida racchiusa in una bocca nevrile e mordace, il biacco, come tutti i serpenti, scatena nell’uomo un’ancestrale, naturale repulsione. È tuttavia un rettile di buone virtù, come suggerisce il suo nomignolo nella parlata bresciana: “susèr”, ossia cacciatori di topi.

“È un tipo di serpente che reagisce soltanto se messo alle strette – rassicura Stefano Micarelli, 54 anni, responsabile del rettilario al Bioparco – la sua caratteristica migliore è che si adatta in molti ambienti, è veloce ed è anche un buon arrampicatore. Si trova spesso nei

Stefano Micarelli

centri urbani, all’interno di giardini e parchi. Si possono considerare come creature salvifiche, non ci arrecano alcun danno ma sono anzi grandi cacciatori di ratti, la loro presenza tende a tenerne a bada la popolazione nelle città”.

Stando alle parole dell’esperto, dunque, Prati deve benedire un finto allarme per arginare, per quanto possibile, un vero allarme, quello dei topi.

 

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