Prati | Articoli

Ecco la protesta degli artigiani: “Dateci gli spazi promessi a Prati”

di Sergio Campofiorito

La mozione che potrebbe restituir loro la dignità lavorativa e un po’ di colore a Prati, giace come lettera morta, non gli resta che la protesta. L’associazione Prendi l’Arte comprende nella Capitale una cinquantina di Opi (Operatori del proprio ingegno): artigiani del legno, ceramica, pellame, cera, metalli e tessuti che, fino al gennaio 2018, avevano il proprio spazio per esporre e vendere i manufatti in piazza San Giovanni De Matha (Trastevere). Dopo lunghe proroghe, sono però scaduti definitivamente i termini del bando e agli artigiani non è rimasto che far fagotto e arrabattarsi tra commesse saltuarie, mercatini rionali e tanta bile.

A dar loro speranza una proposta del I Municipio votata a maggioranza (12 favorevoli, 2 astenuti, 1 contrario) risalente a maggio 2018, in cui il Consiglio invitava la Presidente, Sabrina Alfonsi, ad emanare un avviso pubblico per assegnare nuovi spazi ai lavoratori. Tra le aree individuate nel documento, molte insistono su Prati (piazza Mazzini, piazza Adriana, piazza Cola di Rienzo e piazza dei Quiriti). Dalla mozione, vecchia ormai di un anno, non si è però passati ai fatti e gli Opi, come ogni giovedì, lo contestano davanti agli ingressi di via Petroselli accusando il Municipio di lassismo: «La cosa bella dei nostri stand – denuncia Andrea Ceccherini, 49 anni, artigiano del pellame e leader della protesta – era che creavamo i prodotti seduta stante, mostrando ai passanti e agli acquirenti ogni passo della lavorazione».

Da un anno e mezzo siete rimasti senza spazi espositivi, altri si sarebbero arresi alla burocrazia: «Siamo ancora qui – mastica amaro l’artigiano – perché riteniamo di stare subendo un torto, con i nostri piccoli stand non causiamo disagio alla circolazione né ai residenti che, anzi, solitamente ci hanno accolto favorevolmente, dimostrandoci curiosità e partecipazione». Dal I Municipio cosa è stato riferito? «A giorni – chiude Ceccherini – avremo un incontro con Sabrina Alfonsi, la speranza è che possa sbloccarsi la vicenda. Arrivare a fine mese è sempre più complicato».

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