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Che fine ha fatto Emanuela Orlandi? A Borgo un sit-in per ricordarla
di Sergio CampofioritoEmanuela Orlandi compie oggi, 14 gennaio, 53 anni. Compie perché come tiene a ribadire più volte suo fratello Pietro: “Mia sorella è a tutt’oggi una cittadina vaticana iscritta all’anagrafe vaticana. Non ho mai fatto denuncia di presunta morte di Emanuela”.
Da una parte il Cupolone, dall’altra Castel Sant’Angelo: nel pomeriggio del 14 gennaio, in largo Giovanni XXIII, si è tenuto un sit-in per ricordare Emanuela, scomparsa misteriosamente il 22 giugno 1983. Davanti a una quarantina di persone ha parlato Pietro Orlandi, da più di 37 anni in cerca della verità.
“Mia sorella è a tutt’oggi una cittadina vaticana – ricorda l’uomo – iscritta all’anagrafe vaticana. Non ho mai fatto denuncia di presunta morte di Emanuela. Mi chiedo perché il Vaticano non voglia risalire alla verità di una sua cittadina rapita. L’unica della storia vaticana”.
Su uno dei misteri più intricati della storia italiana, l’uomo denuncia piaghe e commistioni tra istituzioni e criminalità: “C’è un depistaggio che dura da 37 anni – afferma Orlandi -. Depistaggi di forze dell’ordine e servizi segreti che non vogliono che la verità venga fuori. In Italia istituzioni e criminalità stringono accordi, tra questi accordi si cela il mistero della scomparsa di mia sorella Emanuela”.
Chiude il sit-in con una promessa: “Fin quando avrò vita non farò mai calare il sipario su questa vicenda, come invece qualcuno spera”.