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Alberto Angela: “Vivere con mio padre era come avere in casa Leonardo da Vinci”

Ho avuto la sensazione di avere Leonardo da Vinci in casa” ha detto Alberto Alberto nel discorso di commiato dal padre, durante la cerimonia laica in Campidoglio, il 16 agosto, ricordando la competenza del padre: “Dava la risposta giusta con una capacità di sintesi e analisi pacata. L’eredità di papà non è qualcosa di fisico o di lavoro, ma di approccio alla vita.” Alberto ha anche ricordato il motto di Leonardo da Vinci, tratto dal codice Trivulziano, che era diventato il motto degli ultimi anni del padre: “Siccome una giornata bene spesa dà lieto dormire, così una vita bene usata dà lieto morire”.

Migliaia i cittadini che hanno voluto dare l’ultimo saluto a Piero Angela, mettendosi in coda fin dal mattino: “Ringrazio chi è qui, chi è a casa, chi è in piazza, i media. Sono abituato ad andare molto a braccio, ma in questa situazione capirete la mia difficoltà – ha detto Alberto Angela – Per me questo è un discorso difficile, penso che le persone che amiamo non dovrebbero mai lasciarci, però accade. Vorrei quindi partire dall’ultima cosa che ha fatto papà, il suo ultimo discorso che io e mia sorella abbiamo trascritto, e sembra un discorso a fine serata agli amici. Le persone vanno via ma il sentimento rimane, si trasmette nel tempo trasformandosi in valore e i valori restano in eterno. L’ultimo insegnamento – ha detto Alberto, figlio d’arte – mio padre me l’ha fatto non con le parole ma con l’esempio, mi ha insegnato in questi giorni a non aver paura della morte: la più grande paura dell’essere umano lui l’ha attraversata con una serenità che mi ha colpito”.


“Per me – ha sottolineato il figlio di Piero Angela – continuerà a vivere attraverso i libri, le trasmissioni, i dischi jazz, ma anche in tutti quei ragazzi che hanno speranza nel futuro e cercano l’eccellenza, nei ricercatori che cercano di andare a meta nonostante tutte le difficoltà, in tutte le persone che cercano di unire e non di disunire, nelle persone che cercano la curiosità e le bellezze della natura, quelle che cercano di assaporare la vita. Era importante per lui avere una vita colma, amare la vita, da torinese sembrava riservato ma dentro aveva un fuoco”, ha raccontato ancora Alberto. Poi l’ultimo saluto: “L’eredità che lascia a tutti noi – ha concluso Alberto Angela – è importante, ed è un’eredità non fisica o di lavoro, ma di atteggiamento nella vita: quello che ci ha detto come ultima cosa è stato ‘Anche voi fate la vostra parte’. E io cercherò di fare la mia“.

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