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A San Gioacchino l’addio commosso di Prati a Maria Pilar

di Alessio Ramaccioni

“Facciamo che quel caffè ce lo prendiamo, che ci fumiamo le nostre sigarette e ci raccontiamo le nostre vite come facciamo da venti anni. Andiamo al solito bar a prendercelo, il caffè, perché non abbiamo finito di dirci le cose”. Ieri sera, nella chiesa di San Gioacchino in via Pompeo Magno, tante persone hanno ricordato Maria Pilar Buzzetti, la trentenne di Prati tragicamente scomparsa un mese fa nell’incidente aereo in Etiopia.

Maria, che aveva conseguito la laurea specialistica in Relazioni Internazionali alla Luiss, nel quartiere Trieste-Salario, era una parrocchiana della chiesa di piazza dei Quiriti. La giovane abitava in via Germanico, proprio di fronte alla sede del CISP, il Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli, il cui presidente era Paolo Dieci, altra vittima di quel maledetto volo.

Il momento più struggente è stato quello del ricordo personale, affidato alle parole dell’amica del cuore, della zia, del parroco. Una ragazza nata e cresciuta nel quartiere, i cui ricordi scorrono insieme alle immagini di strade, piazze, bar. “Trent’anni sono pochi, è presto per andare via. Ma quella di Pilar è stata una vita completa, realizzata”, ha ricordato il parroco, visibilmente commosso. Una vita dedicata a realizzare un sogno: “Aveva trovato la sua missione, il modo per realizzare i suoi sogni – ricorda la zia durante un intenso intervento dal pulpito -. Era intelligente, brillante, acuta. Dopo aver trovato lavoro nel World Food Programme si era fatta subito apprezzare, era diventata accomodation manager, pianificava la sistemazione per chi operava in luoghi molto disagiati”.

Sudan, Kenya, Nigeria, Etiopia: una professionista giovane e motivata che girava il mondo per aiutare gli ultimi. Un ricordo pubblico che va a sovrapporsi a quello privato, ai caffè e sigaretta con la migliore amica parlando di vita: “Tu mi parli del tuo meraviglioso lavoro che ami alla follia, io ti racconto delle difficoltà che trovo nel trovarne uno decente. Tu che mi descrivi la tua ultima conquista sentimentale, ed io che ti parlo del ragazzo del mio cuore. Non posso pensare che non tu non ci sia più”.

Un ricordo dolce, doloroso e vivo che si è concluso in modo propositivo: “Possiamo portare avanti il suo lavoro, la sua missione”, ha spiegato ancora la zia durante il suo intervento in ricordo di Maria Pilar”. Il World Food Programme ha infatti lanciato un’iniziativa in sua memoria. Si tratta del progetto “Dona per Los Peques de Pilar”, che offre la possibilità di donare un pasto a uno dei tanti bambini che soffrono di fame. Maria Pilar aveva capito che era possibile aiutare le persone anche nel piccolo, nel quotidiano.

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