5 Giugno 2020 - 10:43 . Prati . Cronaca
Terremoti a Roma, uno studio rivela: vulcani dormienti alle porte della Capitale
I quartieri di Roma si trovano in zone a rischio sismico. Adesso lo conferma anche una ricerca pubblicata dalla autorevolissima rivista Nature, nella sezione Scientific Reports.
Secondo gli scienziati dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, dell’Università Sapienza di Roma e del laboratorio di Geocronologia della Wisconsin University, che hanno condotto lo studio, alle porte della città ci sono infatti due vulcani dormienti. Ma non estinti. E che, potenzialmente, potrebbero causare eventi di attività sismica.
I ricercatori hanno infatti indagato sullo stato di attività del distretto vulcanico dei Monti Sabatini, a nord-ovest della città, confrontandolo con quello nell’area dei Colli Albani, anch’essa studiata recentemente. Una zona, comunque, geograficamente lontana dall’epicentro dell’ultimo terremoto – di magnitudo 3.3 sulla scala Richter e ipocentro a 10 dieci chilometri di profondità – che l’11 maggio ha scosso anche il nostro quartiere e che ha avuto origine a Fonte Nuova.
“Un rischio sismico a Roma c’è – aveva spiegato quel giorno a RomaH24 Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia -. Nel sottosuolo di Roma sono presenti croste e faglie attive anche se di dimensioni minori rispetto a quelle della dorsale appenninica sulle quali poggiano ad esempio L’Aquila o Amatrice”.
E ora lo studio di Scientific Reports di Nature lo conferma, anche se – meglio sottolinearlo – gli eventuali eventi sismici che dovessero dipendere da Colli Albani non hanno alcun legame con il terremoto di Fonte Nuova. Nella loro ricerca, gli scienziati hanno utilizzato tre diverse metodologie di indagine: il telerilevamento (e cioè tramite radiazione elettromagnetica) per le deformazioni del suolo, la datazione argon-argon (un metodo di datazione radiometrica per determinare l’età di oggetti antichi) per la storia eruttiva, e l’analisi della sismicità storica della regione vulcanica. In tal modo è stato possibile paragonare i caratteri vulcano-tettonici del distretto sabatino con quelli recentemente studiati nell’area dei Colli Albani.
Le analisi hanno evidenziato come ai Colli Albani si registri un sollevamento locale e una diffusa sismicità e degassazione. E che il tempo attualmente trascorso dall’ultima eruzione dei Monti Sabatini è di circa 70.000 anni, in un sonno che per i Monti Sabatini è profondo e tranquillo e per i Colli Albani è inquieto.
Proprio per questo, i due apparati vulcanici – si legge nello studio “Monti Sabatini and Colli Albani: the dormant twin volcanoes at the gates of Rome” – non possono essere considerati estinti ma, appunto, soltanto dormienti. Il che, in futuro, potrebbe portare a nuove attività sismiche.
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