30 Ottobre 2019 - 8:05 . Della Vittoria . Cronaca
Prati: questa è la storia di Fabio, il papà di una bimba malata “adottato” dal quartiere
“Questo quartiere ci ha adottato, desidero ringraziare tutti per esserci vicini in questa battaglia”. Fabio Pardini, 56 anni, è il papà di Elisa, una bambina di cinque anni che da tre lotta contro un terribile male. Fabio, originario di Pordenone, era un imprenditore nel settore della fotografia, quando a Elisa è stata diagnostica una rara forma di leucemia ha fatto il giro degli ospedali nel Triveneto, senza successo. Quindi ha preso la decisione di lasciare tutto e di trasferirsi, insieme alla compagna, a Roma dove la piccola è accudita dal personale ospedaliero del Bambin Gesù.
Lo scorso 8 ottobre, in via Sabotino, i ladri hanno sfondato il finestrino della vettura di Fabio e si sono portati via i giocattoli di Elisa. La vicenda ha commosso tutta l’Italia e in breve sono arrivate donazioni da ogni regione: “La gente continua a donare giocattoli e li ringrazio per l’affetto, ma ci sono molti altri bambini malati in altri nosocomi, portate i balocchi a loro, Elisa ne ha tanti”.
La sua auto porta ancora i segni dell’effrazione: “Mi chiedo come i ladri non si siano fermati davanti ai giocattoli di una bambina”.
Papà Fabio ha attivato su Facebook la seguitissima pagina “Pardini Fabio per Elisa”, una sorta di diario dove annota le giornate della piccola. In molti, nel quartiere, però lo conoscono anche senza usare un computer: “Dal farmacista al tabaccaio, dal giornalaio al barista alle persone che incontro per strada, tutti qui ci fanno sentire a casa e fanno il tifo per Elisa, desidero ringraziarli per quanto stanno facendo”.
Infine lancia un appello: “La malattia di mia figlia colpisce una persona su un milione, l’unica cura è il trapianto di midollo ma è raro trovarne uno compatibile. Lancio un appello a tutte le persone tra i 18 e i 35 anni per tipizzarsi nelle strutture dell’Admo (Associazione donatori di midollo osseo, ndr) e scoprire così se possono salvare Elisa o un altro bambino nelle sue stesse condizioni. Basta un piccolo prelievo di sangue, è un’operazione semplice che può salvare una vita”.