5 Marzo 2021 - 17:42 . Trieste-Salario . Cronaca
Morte del maresciallo Fasano: tra i punti oscuri le gravissime lesioni
Poco tempo prima della partita di calcetto con i colleghi al Circolo antico tiro a volo di via Vajna, il maresciallo Eugenio Fasano si era sottoposto a una visita di controllo con relativo ecocardiogramma. Il risultato era stato quello che si aspettava: nessun problema. Fisico integro e in forma, come del resto si richiede a un carabiniere abituato a compiti di ogni genere, incluso scortare personaggi pubblici e badare quindi alla loro sicurezza.
I piccoli acciacchi che ogni tanto accusava, erano dovuti proprio alle partite di calcetto: può capitare – anche nel calcio a 5 dove il contatto fisico dovrebbe essere ridotto al minimo – che i contrasti con gli avversari non siano sempre “amichevoli”: Eugenio aveva già riportato una lesione alle costole e altre contusioni. Niente di grave, comunque. Tant’è che spesso, dalle 14 alle 15, con i colleghi ufficiali e sottufficiali partecipava alle sfide organizzate da uno dei giocatori più alti in grado.
Ma che cos’è accaduto davvero in quel maledetto 22 gennaio 2019?
Quel giorno fa un gran freddo e il cielo di Roma è color piombo. Al termine della partita (intorno alle 15) succede qualcosa che ad oggi appare ancora inspiegabile. Perché dopo il presunto malore nello spogliatoio, a soccorrere il maresciallo viene chiamato un medico dell’Arma, e solo successivamente (15,35) viene richiesto l’intervento del 118. Che arriva sul posto con due ambulanze, una senza medico a bordo alle 15,44 e l’altra con medico a bordo alle 15,46. Le ambulanze ripartono entrambe dal Circolo alle 16,22 e arrivano al Policlinico Umberto I alla stessa ora: le 16,30. E secondo i referti portano lo stesso paziente: “paziente ignoto 14801”. Un aspetto forse secondario, che però le inchieste dovranno certamente chiarire.
Ma il dato più impressionante è lo stato in cui si trova il “paziente ignoto” Eugenio Fasano: 12 costole fratturate, lo sterno fratturato, polmone destro perforato da tre costole con emorragia interna, asistolia (mancanza di sangue al cervello), vie respiratorie ostruite da “materiale ematico e probabili ingesti”, cioè cibo. È in coma e due giorni dopo morirà. Definire tutto questo “un malore”, secondo i familiari, è un po’ difficile.
Nelle ore successive alla morte, per quanto è dato sapere, non viene eseguito alcun esame supplementare: l’autorità giudiziaria non dispone l’autopsia e alla famiglia viene proposta la cremazione del corpo. Proposta che viene respinta. Oggi Eugenio Fasano è sepolto al Verano nell’area della Confraternita di carità verso i trapassati. L’8 febbraio 2019, appena 15 giorni dopo la sua morte, l’Arma dei carabinieri conferisce al maresciallo la Medaglia d’oro per i 17 anni di servizio. Il caso sembra chiuso. Fino alla denuncia presentata in Procura e protocollata il 4 febbraio 2020.
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