14 Marzo 2020 - 16:25 . Prati . Cultura
Lodoli, i sonetti e il silenzio di questa Roma
Raggiungo Marco Lodoli al telefono. Avremmo dovuto incontrarci per parlare di poesia, la sua poesia, ma l’emergenza Coronavirus questi giorni fa saltare ogni previsione.
“Ci siamo preparati per anni con narrazioni catastrofiche, film apocalittici – mi dice a bruciapelo – e poi all’improvviso arriva questa cosa qui che ci travolge”. Ansia, stupore attonito, sono le parole che usa per spiegare le sensazioni di questo momento.
Roma, che ha riempito pagine e pagine dei suoi innumerevoli romanzi, musa ispiratrice e compagna di vagabondaggi nelle “isole” che hanno acceso la sua curiosità, gli appare oggi rovesciata. “Impossibile da raccontare”, afferma lo scrittore e giornalista, padre di tre ragazzi e professore di lettere in un istituto professionale di Torre Maura. “Spettatore di qualcosa di nuovo e misterioso – confessa – mi sento di descrivere la città come si presenta ai nostri occhi in questi strani giorni. I racconti verranno poi”.