20 Dicembre 2018 - 10:18 . Fuori Quartiere . Cronaca

L’analisi: Milano 1ª, Roma 21ª e la tentazione di dire “poteva andare peggio”

di Luigi Carletti

Si fa davvero fatica a credere che Milano sia la provincia italiana dove si vive meglio. E quindi prendiamo la recente classifica del Sole24Ore per quello che è: un’interessante statistica determinata da particolari indicatori secondo la quale il capoluogo lombardo nel 2018 riesce a sopravanzare Bolzano, Aosta, Belluno e Trento. Guarda caso tutte province del nord. Dell’estremo nord, quello che ti bastano pochi passi e sei già in un altro Paese. Sei in Europa.

Ed è proprio questo il punto. La classifica generata dallo studio del Sole24Ore forse si dovrebbe chiamare “le province più europee d’Italia”, dove per “europee” si intendono comunità connotate – tra l’altro – da un certo livello di reddito, un buon tasso di occupazione, una generale efficienza dei servizi e una apprezzabile crescita in chiave di smart city. Allora il dato di Milano come migliore provincia quadra. Assolutamente sì. E i lettori di RomaH24 si ricorderanno come, in un recente commento, avevamo rilevato la sensazione che Milano oggi lascia al visitatore (sia abituale che occasionale) destinato a tornare nella propria città. La percezione di quel visitatore è esattamente quella di aver speso del tempo in una città davvero europea.

In quel commento, il nostro visitatore lasciava Milano per tornare a casa. Nello specifico, Roma. La Capitale. La più bella città del mondo, secondo una generale opinione, assolutamente condivisibile, specie se il “bello” utilizza canoni riferiti all’arte, all’architettura, al patrimonio naturale e perché no, anche al clima, che tanto incide sulla percezione delle persone. Ebbene, rispetto al bello, a questo “bello”, Roma non ha certamente rivali. Però nella classifica del Sole24Ore è al ventunesimo posto. A ben 20 tacche dalla leader, l’altra “capitale” come amano dire in molti: Milano, appunto.

Alla luce di quanto rilevato finora – cioè di quei parametri che abbiamo definito “europei” – stupisce non poco il piazzamento di Roma. Perché se analizziamo con attenzione proprio quei parametri, in realtà avrebbe dovuto stare molto più in basso. Altro che ventunesima… Ma il Sole24Ore ci dice che il suo piazzamento è in linea con l’anno precedente e quello che la tiene un po’ più su di metà classifica sono indicatori come la ricchezza dei romani (confermata dal dato medio dei prezzi delle case, il più elevato d’Italia) e la maggiore propensione agli investimenti. “Pesano sulla città – avverte lo studio – il numero dei protesti, l’indice di litigiosità nei tribunali e le denunce per reati legati agli stupefacenti”. A questo va aggiunto il livello medio dei servizi pubblici: dai trasporti ai rifiuti per finire alla macchina burocratica che è quel mostro di incroci perversi tra Comune e Municipi.

Dunque, come si vede, lo speciale “algoritmo” valutativo del Sole24Ore utilizza anche indicatori che nella vita comune delle persone sono spesso marginali, o comunque non decisivi. Questo va detto non solo per collocare l’interessante analisi del quotidiano economico nel giusto ambito, ma anche (e soprattutto) per stoppare sul nascere l’idea che “in fondo ventunesima non è così male”. Che dopotutto “poteva andare peggio”. Quell’idea devastante – tipica del vezzo romano detto anche “accantentamose” che precede il sempiterno “ma che ce  frega” – e che di questi tempi può rappresentare realmente l’inizio della fine. Ovvero, ritrovarsi perennemente con una città come la vediamo in questi giorni: paralizzata dal traffico che impazzisce per un nonnulla, sommersa dai rifiuti che ormai invadono marciapiedi e carreggiate, invasa da stormi di gabbiani come nelle peggiori discariche, percossa da scioperi di corporazioni che bruciano bandiere per la strada ciascuna per la propria particolare intifada, abbruttita nella litigiosità di tutti contro tutti per un parcheggio, una precedenza non data o un tavolino di ristorante a ostruire un passaggio. E già che ci siamo aggiungiamoci pure i mesi per avere una normalissima carta d’identità…

Questa è Roma oggi. E prima ne prendiamo consapevolezza, meglio sarà per tutti. Quindi c’è poco da accontentarsi. E c’è poco da consolarsi con quel “bello” che il mondo ci invidia. Perché intanto il mondo cambia e va veloce. E le nuove generazioni, nella loro “scala attrattiva”, utilizzano altri parametri: giudichiamoli pure meno “profondi”, questi nuovi attori sociali,  meno colti e persino più “”stupidi” perché rincoglioniti da una tecnologia pervasiva, ma poi però diamoci un taglio perché la verità non la si esorcizza svalutando i giovani e le loro tendenze. Ma piuttosto proviamo a rispondere alla più semplice delle domande: tra una città che offre sempre di più, cresce in efficienza e sa raccontarsi sempre meglio, e una città che tra i suoi strati di civiltà perdute fa affiorare rifiuti e muri di macchine, dove preferireste vivere? Al ventunesimo posto?