11 Ottobre 2020 - 9:07 . Fuori Quartiere . Cultura
L’analisi: il cinema e le conseguenze dell’amore per Roma con i suoi set
di Guido Cutillo
In questi giorni, girando per il centro di Roma, non è difficile imbattersi in inseguimenti holliwoodiani, con tanto di file di SUV neri con vetri oscurati, inversioni a U e sparatorie annesse. Per fortuna non si tratta di un rigurgito di terrorismo anni ’70 o di un ritorno in auge della banda della Magliana, ma delle riprese dell’ultimo film di Tom Cruise. Al netto di coloro che sempre devono lamentarsi perché magari sono rimasti imbottigliati in uno degli inevitabili rallentamenti connessi alla presenza della troupe, c’è da essere molto contenti che Roma sia stata ancora una volta scelta come set per una importante produzione cinematografica internazionale.
Il settore audiovisivo, e quello cinematografico in particolare, hanno rappresentato per Roma una grandissima risorsa nel passato ma oggi sono parzialmente appannati dalle politiche non proprio lungimiranti degli ultimi anni.
Cinecittà per fortuna, pur avendolo rischiato, non è diventata un parco giochi ma è rimasta un grande contenitore di sapienza e cultura cinematografica dove sono ancora disponibili alcuni dei più bravi tecnici che ci siano al mondo. Il suo fascino, anche se un po’ decadente, resta immutato ed è comunque in grado di assicurare a coloro che la scelgono teatri di posa di dimensione impressionante (bellissima tra le altre la ricostruzione dell’interno di San Pietro).
Ma il cinema è importante per tante ragioni. In primis per un indotto diretto. Una produzione internazionale come quella di Cruise dispone di budget notevoli che lasciano diversi milioni di euro sul territorio tra manodopera cinematografica, hotel, ristoranti, taxi e ncc, ecc. ecc. Sono soldi veri, che arrivano nelle tasche di tanti lavoratori con condizioni economiche differenziate. Esiste poi un effetto di lungo termine potenzialmente ancor più importante legato al traino che alcuni film iconici o alcune serie possono produrre sul territorio dove vengono girati, in termini di turismo e vero e proprio marketing territoriale.
Gli esempi sono molteplici ma voglio qui citare solo il boom registrato nella Sicilia sud orientale grazie alla serie di Montalbano, all’immagine di Matera nel mondo dopo “The Passion” di Mel Gibson, o l’incredibile marketing che New York City è riuscita a realizzare su se stessa grazie a film come Harry ti presento Sally o serie come Sex and the City o Friends. Il risultato per NYC è quello di aver fatto percepire come romantica e molto fascinosa una città obiettivamente brutta aumentando a dismisura i flussi turistici internazionali che oggi percepiscono come cool persino periferie un tempo reiette quali Williamsburg.
La stessa Roma è stata beneficiata in passato da questo effetto e non è un mistero che tanti turisti, soprattutto americani, vengano nella nostra città avendo ancora in mentre scene di Vacanze romane o della Dolce Vita.
Insomma viva il cinema! Oltre ad essere una bellissima forma di cultura e di arte è anche un’importante industria che può assicurare al nostro territorio risorse economiche e posti di lavoro. Ogni serio candidato sindaco dovrebbe avere lo sviluppo dell’audiovisivo nelle proprie priorità anche promuovendo investimenti in tecnologie digitali sempre più necessarie al cinema moderno.
#ilmondoin200parole
(Guido Cutillo è un economista, dirige l’Osservatorio Executive Compensation e Corporate Governance della Luiss ed è partner Ernst & Young)