3 Luglio 2021 - 11:43 . Fuori Quartiere . Cronaca
Emergenza rifiuti, Masullo (ex consigliere Ama): “In 2 anni tutto fermo, nessun investimento”
Andrea Masullo fino al 31 marzo è stato consulente del ministero dell’Ambiente e fino al 19 febbraio 2019 consigliere di amministrazione di Ama. In un’intervista al quotidiano Avvenire ha raccontato i motivi dell’allontanamento, suo e di altri consiglieri della municipalizzata, da parte del Comune. “Abbiamo semplicemente preteso il rispetto della legge”, dichiara.
La richiesta da parte di Raggi, infatti, era quella di cancellare dal bilancio Ama il debito del Comune, che ammontava a 18 milioni di euro per il servizi cimiteriali. “L’amministratore unico di Ama, Stefano Zaghis – prosegue Masullo – ha fatto un piano industriale in cui si diceva che le raccolte porta a porta sono solo oneri e quindi non intendeva dare nessuna priorità. Ignorando che ben organizzate sono invece una fonte di utili. Ma non hanno neanche implementato la raccolta stradale. E neanche sostituito i cassonetti rotti. Molte postazioni sono inaccessibili, coi coperchi bruciati o incastrati. Uno stato di totale abbandono“.
Sferzate anche sulla gestione e sui numeri della differenziata. “E’ molto meno del 45% rivendicato dall’attuale dirigenza – prosegue – perché in quel numero mettono dentro anche il multilaterale leggero dei cassonetti che poi non mandano al riciclo. Non viene riciclato nulla”. “In questi due anni gli impianti non hanno fatto un passo – spiega – e le raccolte differenziate sono ferme, anzi c’è stato un arretramento e alcune sono state addirittura abbandonate. Non è stata aumentata di niente la raccolta porta a porta che aveva funzionato benissimo per 320.000 abitanti dove era arrivata al 69-72%“.
“Il nostro era un piano di investimenti molto chiari: 250 milioni trasferiti dall’esposizione con le banche agli investimenti – rivendica Masullo – . Diventavano un fattore di avanzamento e non un peso. Per realizzare 14 impianti che ci avrebbero portati a gestire il 70% dei rifiuti a Roma. Adesso a Roma non gestiscono più del 10-12%”.
Tra i progetti rimasti bloccati, quello di impianti innovativi per il trattamento termico dei rifiuti. “Anziché l’incenerimento, qualcosa di più moderno, come gli impianti di Itea a Gioia del Colle – conclude Masullo – . Non sono inquinanti e producono ceneri inerti con cui avremmo riattivato alcune attività di ceramiche in provincia di Frosinone per fare piastrelle per la pavimentazione stradale. Impianti che potevano essere fatti tranquillamente nell’area romana”. Grazie a tutto questo, “sarebbe bastata una discarica piccola. Ora, invece, devi pensare a un sito importante perché nella situazione in cui siamo c’è il nulla“.