25 Marzo 2020 - 8:38 . Prati . Cronaca
Campo nomadi dell’Olimpica e Covid-19, ecco la risposta dell’Asl. E il Comune tace
“Non abbiamo registrato casi di positività da Covid-19. Se dovessero presentarsi, attiveremmo i protocolli di sicurezza. Come nel caso di tutti i cittadini”. È questa la laconica risposta che la Asl Roma 1 dà a RomaH24 sul campo nomadi “tollerato”, sull’insediamento di via del Foro Italico dove – lo testimoniano chiaramente le immagini scattate dalla nostra testata il 23 marzo – le regole per il contenimento della diffusione del Covid-19 non valgono. Una zona franca in un periodo in cui ogni centimetro del Paese viene correttamente ispezionato dalle forze dell’ordine, a tutela della salute pubblica.
INTERVENTI: NESSUNO
Poche righe. Una risposta stringata. La posizione della Asl è questa. Roma 1 non si muove finché il caso non si presenta. Mentre l’Assessorato alle Politiche sociali di Roma Capitale, che tramite l’Ufficio speciale Rom, Sinti e Caminanti ha una competenza diretta sulla questione, sollecitato a più riprese da RomaH24 non ha ancora dato risposte, limitandosi a ricordare come “le mascherine manchino ovunque”.
LA POSIZIONE DEL II MUNICIPIO
E il II Municipio, su cui quel campo di via del Foro Italico insiste? Finora è l’unico ente che ha provato a spiegare davvero come stanno le cose. “Lì – ha detto a RomaH24 la presidente Francesca Del Bello – c’è una vera discarica a cielo aperto e il problema igienico-sanitario è ancora più grave del Coronavirus. Noi non abbiamo né la competenza, né gli strumenti per intervenire, ma sottoporremo la vicenda ai livelli superiori dell’amministrazione capitolina”. Magari il Municipio riuscirà a far comprendere all’Assessorato alle Politiche sociali la gravità della situazione. Chissà.
CHI LANCIA L’ALLARME
Ricapitolando. La Asl per ora non interviene, l’Assessorato non risponde e il Municipio non ha competenze e strumenti. Ma la situazione è veramente così seria? Secondo Sinistra italiana, sì. E il problema però è a monte. Denuncia a RomaH24 il suo segretario, Adriano Labbucci: “C’è un’emergenza nell’emergenza, nei campi nomadi il rischio contagio è altissimo. Se il Comune non fornisce loro dei viveri, potrebbe accendersi un focolaio”.
Avverte Labbucci: “I nomadi non possono andare in giro in questo periodo, per le necessarie misure anti-diffusione del virus stabilite dal Governo. Questo ha portato a un aumento degli scippi e dei furti. È inevitabile. Se i rom non possono uscire (Labbucci parla di tutti i campi, non solo di quello di via del Foro Italico dove l’etnia rom è minoranza, ndr), come fanno a procurarsi il cibo? È ovvio poi che non rispettino le misure igienico-sanitario, rischiando di contagiare tantissime persone. Ribadisco, bisogna fornirgli viveri altrimenti metteranno in crisi l’incolumità di tutti”.
UN’OCCASIONE DA COGLIERE
Secondo Labbucci, la tragedia Coronavirus potrebbe però rappresentare l’occasione per risolvere una volta per tutte la questione: “Assolutamente sì. La diffusione del Covid-19 dovrebbe portare il Campidoglio ad affrontare il tema in maniera organica e strutturale. Il dramma dei campi nomadi nella Capitale esiste dagli anni ’80. Tutte le amministrazioni che si sono susseguite hanno sempre sottovalutato o nascosto il problema”.
LEGGI lo speciale sul campo nomadi di via del Foro Italico (a cura di Paolo Riggio)