18 Gennaio 2022 - 12:53 . Cronaca
Agguati, vendette e lotte per le piazze di spaccio. Sgominate due bande di pusher: 27 arresti
Le piazze di spaccio e il mercato della droga a Roma contesi da due presunte organizzazioni criminali in guerra tra loro. Entrambe sono state smantellate grazie a un blitz dei carabinieri che alle prime ore di oggi, martedì 18 gennaio, hanno dato esecuzione a un’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, che dispone l’arresto per 27 persone, appartenenti a due bande italo-albanesi. E, secondo quanto accertato dai carabinieri di Frascati, il capo di uno dei due gruppi sarebbe legato a Fabrizio Piscitelli, capo ultrà della Lazio noto come Diabolik, ucciso al parco degli Acquedotti nell’agosto del 2019 .
I 27 sono gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti aggravata dal metodo mafioso, cessione e detenzione ai fini di spaccio, estorsione, danneggiamento a seguito di incendio, detenzione e porto in luogo pubblico di armi da fuoco.
Il blitz fa seguito a due indagini, confluite successivamente in un unico procedimento penale. La prima riguarda il gruppo criminale facente capo al cittadino albanese Ermal Arapaj e avviata dai carabinieri del Nucleo investigativo di Frascati dopo il brutale omicidio di Cristian Di Lauro, avvenuto a Velletri il 27 dicembre. La seconda, condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Roma, ha avuto origine dall’attività svolta a carico di Elvis Demce, malvivente di nazionalità albanese, iniziata nell’aprile del 2020 subito dopo la sua scarcerazione con la concessione degli arresti domiciliari. Le investigazioni, condotte nel periodo 2017 – 2020, hanno consentito di ipotizzare l’ininterrotta operatività nel comune di Roma di due gruppi italo-albanesi, in conflitto tra loro, dotati di una solida struttura organizzativa e con la disponibilità di armi da fuoco pronte all’uso, entrambi dediti all’attività di smercio di consistenti quantitativi di cocaina e hashish destinati alle più fiorenti piazze di spaccio.
Chi è Elvis Demce
L’attività investigativa sul sodalizio capeggiato e promosso da Demce è iniziata con il controllo della sua abitazione nel quartiere Prenestino, da cui è emerso il suo legame con Fabrizio Piscitelli. Dalle indagini, inoltre, è emerso l’elevato profilo criminale di Demce caratterizzato dalla volontà di realizzare rapidamente, attraverso il rifornimento di ingenti quantitativi di stupefacenti e il recupero di crediti con modalità violente, la liquidità necessaria per consolidare la forza criminale della sua associazione.
Per il sodalizio criminoso investigato viene, inoltre, ipotizzata l’aggravante dal metodo mafioso consistita nell’imporre il predominio sul territorio a scapito di altri gruppi criminali, avvalendosi della forza di intimidazione, e di atti intimidatori ai danni di rivali o di acquirenti morosi. A tal proposito è opportuno menzionare l’estorsione consumata ai danni di due fratelli residenti nel quartiere di San Basilio, considerata una delle piazze di spaccio più fiorenti della Capitale, per il recupero di un credito ammontante a 100.000 euro, derivante da una partita di stupefacente non corrisposta.
Chi è Ermal Arapaj
L’organizzazione riconducibile, invece, ad Arapaj è gravemente indiziata di essere fornitrice di numerosi acquirenti procurando anche considerevoli quantitativi di narcotici, destinati alla successiva immissione in diverse piazze di spaccio, pur mantenendo come centro delle proprie attività criminali la città di Velletri. Dagli elementi acquisiti, inoltre, per l’approvvigionamento della “cocaina”, il gruppo di Arapaj si sarebbe rifornito da connazionali domiciliati nella zona di Porto S. Elpidio (FM) nelle Marche, mentre all’estero faceva riferimento alla tratta olandese e colombiana.
La faida
Tra i due gruppi il conflitto, secondo la ricostruzione dei carabinieri, sarebbe scoppiato dopo che Elvis Demce avrebbe iniziato a reclamare il controllo delle piazze di spaccio di Velletri gestite, sino al giorno della sua scarcerazione, da Ermal Arapaj. Demce sarebbe anche arrivato a progettare un agguato nei confronti del rivale il 9 luglio 2020 nel comune di Lanuvio. La vittima, in quel contesto, sarebbe però riuscita ad avere la meglio, sparando alla gamba di uno degli esecutori incaricati dall’avversario.
E non finisce qui: il 5 settembre del 2020 il gruppo di Demce avrebbe appiccato un incendio, a Velletri, ai danni della villa e delle auto di Arapaj e alla compagna. Spingendo il rivale a fuggire in Spagna. Salvo poi rientrare in Italia dopo poco tempo, per pianificare l’omicidio di Demce. A far saltare ogni piano, però, arriva un’ordinanza di custodia cautelare, eseguita il 9 febbraio 2021 dai carabinieri di Latina. Durante una perquisizione in una sua abitazione a Fermo, vengono rinvenuti una pistola modello Steyr calibro 40 con matricola abrasa, un caricatore contenente 12 proiettili ed una maschera in silicone riproducente un volto maschile.