Capitale morale
Guido Cutillo
Economista, docente alla Luiss Business School, fondatore del gruppo Urbs Urbium
Perché Roma avrebbe bisogno di un sindaco manager
Tempo fa, commentando un’intervista a Fuksas, mi trovavo sostanzialmente d’accordo sul fatto che il profilo del prossimo sindaco della Capitale dovesse essere “manageriale”. So che molti non sono d’accordo, ma proverò a spiegare meglio la mia posizione.
Prima di tutto, mentre per un uomo di governo nazionale essere “politico” è necessario poiché dovrebbe essere espressione degli orientamenti “politici” della nazione, in termini di scelte ad esempio su un’economia più liberale o più socialdemocratica, un welfare state più o meno pervasivo, una tassazione più o meno progressiva, politiche sull’immigrazione, scelta tra un esercito di leva o di professionisti, nel caso di un sindaco tutto questo è molto meno vero.
Un sindaco dovrebbe occuparsi di amministrazione e trovo assurdo definire di destra o di sinistra il fatto di avere un sistema di trasporti che funziona, tagliare l’erba nei parchi, illuminare a dovere la città, fornire servizi di base ai cittadini, valorizzare il patrimonio artistico e culturale, attrarre investimenti per la propria città.
In sostanza, sono convinto che la “politica” con l’“amministrazione” di una città c’entri assai poco, sia per ragioni di ripartizione dei poteri tra diversi organi dello Stato, sia per il ruolo “naturale” di un sindaco. Dirò di più, quando la politica entra in scelte amministrative spesso fa più danni che altro, anteponendo logiche ideologiche e preconcette a quelle oggettive e di buon senso.
L’esempio eclatante a mio avviso a Roma lo abbiamo sul ciclo dei rifiuti, dove una posizione “ideologica” dettata dalla “politica” impedisce di risolvere il problema una volta per tutte, lasciando la città in balia dei propri miasmi.
Non vedrei quindi male la scelta di un candidato di quella che una volta avremmo definito la “società civile” con un proprio programma, ovviamente appoggiato da forze politiche che in quel programma si possono riconoscere.
Una persona con competenze manageriali, a mio avviso, sarebbe particolarmente adatta, in quanto c’è da mettere assieme una squadra articolata e coesa per gestire una città complessa come Roma, possibilmente evitando di cambiare continuamente le persone creando instabilità e confusione come è stato per l’amministrazione in carica.
Una persona con competenze manageriali sarebbe inoltre fortemente necessaria, in quanto il futuro sindaco si troverà ad affrontare gli effetti della peggiore crisi economica dell’ultimo secolo gli effetti della quale saranno purtroppo devastanti anche nella nostra città.
Solo per fare qualche esempio, il settore del turismo – che a livello nazionale pesa per circa il 14% del PIL e che nella nostra città è tra i più rilevanti – ha subìto contrazioni che arrivano anche all’80-90% su base annua. Basta fare un giro per il centro per rendersi conto della situazione in cui versano alberghi e ristoranti. Alcune aziende con base a Roma che hanno il proprio core business legato al trasporto aereo o ferroviario o di logistica a supporto hanno visto il loro fatturato subire riduzioni simili. Per non parlare di moltissimi professionisti o piccoli commercianti che stentano ad avere cassa per andare avanti.
Il nuovo sindaco queste cose dovrà averle ben chiare, dovrà essere in grado di leggere il “bilancio” della città (non del Comune), di elaborare una strategia adeguata, di attrarre finanziamenti pubblici e privati, di parlare in modo professionale al governo, come ai fondi internazionali.
Ancora: in questi tempi difficili, un “non politico” avrebbe il vantaggio di potersi sganciare da logiche elettorali di breve termine, facendo scelte per il bene della città che magari dispiegheranno i propri effetti al di là del proprio mandato.
Infine, come ho detto spesso, la Capitale non si governa contro e neppure senza il Governo nazionale. Chiunque sarà sindaco di Roma avrà bisogno di parlare con chi sarà al governo, indipendentemente dall’allineamento tra forze politiche a livello locale e nazionale. Un non politico potrebbe essere migliore anche in questo.
Le forze politiche che saranno abbastanza mature da capire questo ragionamento a mio avviso ne trarranno comunque giovamento, quando sarà il momento delle elezioni nazionali.
#ilmondoin200parole