5 Maggio 2022 - 7:30 . Prati . Cronaca
Cambio all’ambasciata somala di via dei Gracchi, richiamato in patria Isse. Mogadiscio: “Abusi di potere”
Un avvicendamento deciso dal governo di Mogadiscio anche a seguito di denunce su “abusi di potere” e “cattiva gestione” di fondi pubblici. Il ministero degli Esteri della Somalia ha ricostruito in questi termini la vicenda con al centro Abdirahman Sheikh Isse, suo ex ambasciatore a Roma, che in questi ultimi giorni ha tenuto alta la tensione in via dei Gracchi 305.
Dopo l’ingresso il 7 aprile nel villino primo-novecentesco che ospita la sede diplomatica di un nuovo rappresentante somalo, Ahmed Adbirahman Nur, alcuni quotidiani italiani avevano riferito di un’irruzione notturna, titolando su un presunto “colpo di Stato” denunciato da Isse. In una nota pubblicata a inizio settimana si riferisce però che non si è trattato affatto di un’estromissione illecita, bensì dell’esecuzione di un provvedimento anticipato da più comunicazioni, cominciate nel dicembre 2021.
“Il ministero degli Esteri e della cooperazione internazionale ha chiesto più volte all’ex ambasciatore di tornare in Somalia per indagare sulla sua condotta, su cittadini che avrebbero subito abusi da parte sua in Italia e su denunce di abuso di potere e di cattiva gestione di fondi dell’ambasciata — spiegano fonti dell’ambasciata —. Isse ha ignorato tutti gli inviti che gli erano stati rivolti”.
Secondo il governo di Mogadiscio, “alla fine è stato necessario adottare tutte le misure possibili per salvaguardare gli interessi della Somalia e mantenere le relazioni diplomatiche con la nostra amica Repubblica italiana”.
Sulle ricostruzioni della stampa. “Le notizie apparse nei media italiani secondo le quali l’ambasciata somala era stata occupata sono prive di fondamento. Sono state diffuse dall’ex ambasciatore e da altri portatori di interessi al lavoro per danneggiare la storica relazione tra la Somalia e l’Italia”.
Nel comunicato si aggiunge che la rappresentanza diplomatica a Roma opera ora normalmente e che, in attesa della nomina di un nuovo ambasciatore, a gestire gli affari della sede è “il diplomatico più esperto del ministero”.