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Tartufo, capitone e un po’ più di attenzione per gli “invisibili”
di Gianluca CollettaStrade illuminate a festa, musiche natalizie, frenesia da regali, anche dell’ultimo momento. Il Natale si avvicina e si intensificano i preparativi. Così tra cenoni e regali, tradizione e innovazione, anche a Prati la magia delle feste si appresta a scendere tra la gente.
«La vigilia a Roma è di magro – ricorda Franco, titolare della storica gastronomia De Carolis in via Paulucci de Calboli – . Ravioli, baccalà, salmone sono gli ingredienti che ci chiedono di più, ma anche l’insalata russa. Siamo un negozio tradizionale e da noi non può mancare l’anguilla, che facciamo al forno come quella di 40 anni fa».
Le ricette tramandate dai bisnonni
Protagoniste sono soprattutto le ricette tramandate dai nonni. Proprio come nel caso della pasticceria Cantiani che per le festività 2018 ha ritrovato e riprodotto il primo panettone fatto a Roma. «Natale per noi è la festa della pasticceria – ha raccontato Roberto Cantiani -. Quest’anno abbiamo ritrovato una ricetta del panettone del 1940, appartenuta al mio bisnonno». Si tatta di uno dei primi panettoni fatti dal forno e prevede 36 ore di lievitazione naturale senza l’aggiunta di conservanti e coloranti. «Ne abbiamo fatto una versione tradizionale e una ai cinque cioccolati. Ha una lavorazione talmente complessa, con i cinque ingredienti da miscelare alla perfezione, che è impossibile farlo su scala industriale». E i 149 panettoni messi in vendita sono andati letteralmente a ruba, tanto che si sta valutando di farne altri 50. «Il primo panettone – ha detto Roberto Cantiani – lo abbiamo regalato a mia nonna perché ci tenevamo che lo avesse lei».
Un’ampia scelta per i buongustai
Di particolarità è pieno il quartiere. Dalle mozzarelle di bufala, che si trovano in via Barletta da Auriemma, dove il proprietario Enzo Bovi mette tutta la sua passione, alle specialità di La Tradizione, in via Cipro, dove si possono trovare oltre 400 tipi di salumi pregiati, salmone selvaggio, tortellino bolognese fatto a mano, ma solo su prenotazione, o il pregiato tartufo bianco che ha un costo di circa 400 euro all’etto. «Ormai – spiega il titolare del negozio – i nostri clienti sono buongustai e sanno quello che vogliono. Li abbiamo abituati bene e adesso vogliamo coccolarli per tutto il pranzo di Natale».
Per chi non ha voglia di mettersi ai fornelli
Per chi non volesse poi mettersi ai fornelli ecco che Ercoli Prati offre un gustoso menù, utilizzando i prodotti esposti nella parte della gastronomia. «Abbiamo un ottimo caviale cantabrico, alici spagnole, il pata negra e tanti prodotti che importiamo direttamente dall’estero – spiega Christian Massari, direttore generale di Ercoli Prati –. Per la vigilia proponiamo un risotto acquarello cacio e pepi con erborinato di capra e pere caramellate o una tagliata di manzetta baltica, con funghi di bosco e tartufo bianco, la fonduta con puzzone di Moena o il tortello di cappone con il suo fondo». Ma anche le offerte per il servizio a portar via non mancano. Da Franchi si trovano piatti pronti di ogni genere, dalle aragoste alla galatina di pollo al salmone. Eccellenze gastronomiche che, come spiega la responsabile di sala, Carla Cerreto «rappresentano le eccellenze della nostra cucina. Molti vengono da noi per la nostra cucina, ma anche per fare pacchi regalo con i nostri prodotti. Sono ricercati soprattutto prodotti a base di tartufo e salmone, ma anche prosciutti e salumi pregiati».
Saranno le bollicine a farla da padrone
E per i vini il discorso non cambia con un vasto assortimento regionale e internazionale. Dal francese Dom Perignon all’italiano Berlucchi sono però le bollicine a fare la differenza.
E in tema di dolci non può mancare sulle tavole il Pangialloro, il pangiallo di Roma, ribattezzato dal forno Delizie di Colapicchioni in via Tacito. «Il pangiallo – spiega il titolare – è il dolce tipico dei romani. Se chiediamo in giro però nessuno lo sa. È fatto da me con frutta secca e miele. Lo facciamo tutto l’anno e speriamo di farlo conoscere nel mondo».
Per i più tradizionalisti invece c’è il panettone classico del panificio Bonci di via Trionfale. Diverse le varianti, ma tutte con prodotti naturali, con i canditi fatti da Mauro Morandin e le farine provenienti dal mulino Mariani.
E per chi volesse donare a tutti un Natale ricco e anche gustoso, tutti offrono la possibilità di fare cesti regalo con i propri prodotti di nicchia e pregiati. Per il resto, spese a parte, anche in Prati il Natale è una festa da condividere con tutti.
La catena di solidarietà con gli “ultimi”
Ma, oltre alle luci, i colori e gli addobbi, il quartiere presenta un’altra faccia, quella più nascosta e in penombra. In molte zone di Prati ci sono sacchi a pelo, coperte e cartoni che di notte si trasformano in rifugi di fortuna per i senza tetto. Sono la parte invisibile del quartiere, che durante le festività rischia di essere ancora più dimenticata.
Le parrocchie lavorano a pieno regime
Sono soprattutto le parrocchie e le opere di misericordia a ricordarsi di loro anche a Natale. Anche se non ci saranno cenoni sfarzosi o iniziative speciali, la catena della solidarietà lavorerà a pieno regime, mantenendo e garantendo le opere che porta avanti per tutto l’anno.
Alla chiesa di Santa Lucia, in via di Santa Lucia 5, la settimana prima di Natale ci sarà una cena, con cucina espressa, per 105 senza tetto. Un’iniziativa che si aggiunge ai pranzi offerti grazie al contributo dei parrocchiani nei giorni di lunedì e mercoledì e la cena del venerdì. «Non sono le uniche iniziative – racconta don Alessandro, il parroco –. Abbiamo oltre la mensa, anche una boutique del povero il mercoledì e un medico che visita il mercoledì e venerdì. Il tutto realizzato grazie alle offerte dei nostri fedeli e all’impegno dei volontari, oltre un piccolo contributo dell’elemosineria vaticana».
Le suore francescane per i senzatetto
Pasti caldi saranno offerti anche durante le feste il martedì e giovedì intorno alle ore 17 dalle suore francescane della casa di accoglienza Santo Spirito, lungo la scalinata accanto a via Borgo Santo Spirito 41. In occasione del Natale sarà organizzata anche una grande festa il 20 dicembre. Un’opportunità per le sorelle della casa per stare insieme ai senza tetto e far sentire l’importanza di questa festa, anche da un punto di vista spirituale. Verranno raddoppiati i numeri dei pasti serviti e un Babbo Natale consegnerà regali composti da set di biancheria intima e accessori per la toilette. Un momento speciale che si ripete da anni e che prevede anche un pasto più sostanzioso rispetto a quello abituale, con l’aggiunta di un po’ di musica per allietare queste feste.
Il 16 dicembre nella chiesa di San Giuseppe al Trionfale ci sarà la consueta mensa dedicata ai senza tetto. «Ne organizziamo una ogni quindici giorni – spiega il parroco don Wladimiro –. Aderiremo inoltre nei prossimi giorni, e per tutto il periodo invernale, alla campagna sull’emergenza freddo. Partirà tra qualche settimana e ogni parrocchia risponderà secondo le proprie possibilità. Da noi verranno 4 o 5 senza fissa dimora». Un’iniziativa che si aggiunge al progetto di accoglienza e integrazione di immigrati che quest’anno sarà riproposto per la terza volta. «Non facciamo semplice assistenzialismo – spiega don Wladimiro –. Accogliamo due donne, le aiutiamo a trovare lavoro, una casa e a integrarsi».
In attesa che passino i giorni più freddi
In totale, secondo i dati della Caritas, i senza tetto della capitale sono circa 14 mila. Per loro il Natale forse riserverà qualche sorpresa. Sicuramente non per tutti. Molti decideranno di andare a Trastevere nella basilica di Santa Maria, dove ogni anno, il giorno della Vigilia, la comunità di Sant’Egidio offre il pranzo ai senza tetto. Per molti altri invece il Natale sarà un giorno come tanti altri, in attesa che si spengano le luci. Per tutti saranno giorni vissuti nell’attesa che il freddo torni a dare tregua.