26 Aprile 2019 - 10:45 . Prati . Cronaca
Via bancarelle e camion bar dalle aree di pregio di Prati. La ricollocazione è un caso
Si apre un caso in Prati. Che fine faranno le decine e decine di bancarelle che occupano il suolo pubblico, come quelle a due passi dal Vaticano? A scoperchiare il vaso di Pandora è stata recentemente una sentenza della Cassazione, pubblicata lo scorso 25 marzo. La Suprema Corte ha stabilito che le amministrazioni locali possono far spostare gli ambulanti dalle zone di pregio. Camion bar e bancarelle, appunto.
Ok. Ma se Roma Capitale le facesse traslocare da San Pietro e Castel Sant’Angelo, dove potrebbero finire? Il I Municipio non ne vuole sapere. “Impossibile ricollocare quelle bancarelle, il nostro territorio è saturo”, dice Tatiana Campioni, assessora municipale al Commercio. “Abbiamo fatto tutte le verifiche necessarie – prosegue – ed è evidente che il nostro territorio non è in grado di ricollocare nessuna bancarella. Siamo vincolati non solo dal Tavolo del decoro (il Tavolo tecnico istituito dalla giunta Marino nel 2014 per liberare il centro storico da bancarelle e camion bar, ndr), ma anche dagli input della Polizia di Roma Capitale. Alcune bancarelle rappresentano infatti un grattacapo per la viabilità”. Un esempio? “Le bancarelle a viale Giulio Cesare e via Cola di Rienzo – chiarisce l’assessora -, quelle postazioni non rientrano nel Tavolo del decoro, ma creano problemi al traffico. Non sono le uniche, tra l’altro. Sul territorio del Municipio vanno tolte quasi il 50% delle bancarelle attualmente presenti”.
Devono? Già, perché il Municipio vorrebbe che fosse il Campidoglio a trovare la soluzione. “Non è possibile – avverte la Campioni – che ogni Municipio gestisca da solo una questione del genere. Abbiamo chiesto al Comune di creare un tavolo con tutti i Municipi per risolvere il problema delle ricollocazioni. È ormai necessario un piano cittadino del commercio su area pubblica“. L’impressione è che gli ambulanti spariranno da Prati. Ma certamente non con la rapidità auspicata dai giudici della Cassazione.