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Prati celebra il 25 aprile: questi i luoghi della Resistenza

di Alessio Ramaccioni

Il 25 aprile viene celebrata la festa della Liberazione. Una data che, per Prati, significa ricordare storie e persone che hanno dato il loro contributo – pagando anche con la propria vita – alla Resistenza.

A partire dai partigiani caduti e a cui, alla fine della guerra, furono dedicati i platani di via Andrea Doria. Un albero per ogni combattente che si è sacrificato per la libertà: una commemorazione che è stata rinnovata quest’anno, con una solenne celebrazione organizzata dal comitato Trionfalmente 17, insieme al I Municipio e ad alcuni residenti. Cinque nuovi alberi per mantenere vivo il ricordo di chi perse la vita per liberare il paese dal nazifascismo.

Come Teresa Gullace, la donna a cui il regista Roberto Rossellini dedicò il personaggio di Pina, protagonista del film “Roma Città Aperta”. Moglie di un operaio, madre di cinque figli e incinta del sesto, il 3 marzo del 1944 fu uccisa da un soldato tedesco mentre cercava di lanciare del cibo a suo marito, rinchiuso in una delle caserme di viale Giulio Cesare. Una donna che è diventata un’icona della Resistenza.

E non è l’unica, legata al ricordo del quartiere, ad avere avuto un ruolo nella lotta per la Liberazione. Le donne del Trionfale, ad esempio, organizzarono gli assalti ai forni per recuperare cibo, come nel celebre raid di via Candia.

Sono tanti altri i luoghi del quartiere legati al ricordo. Come la parrocchia di San Gioacchino, nella cui soffitta trovarono rifugio tanti perseguitati. In via Pompeo Magno, poi, fu arrestato don Giuseppe Morosini, sacerdote partigiano. Volti, luoghi e storie che fanno parte di Prati e della sua memoria.

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