Nomentano | La Storia

21 marzo 1944, le SS arrestano la famiglia Di Consiglio. La tragedia al Nomentano

Sulla targa dei caduti del rione Sant’Ippolito si legge un nome molto particolare: “famiglia Di Consiglio”. Una famiglia che il 21 marzo del 1944 venne arrestata e annientata dai nazisti. Sette dei componenti furono, infatti, inseriti nella lista dei prigionieri da uccidere nelle Fosse Ardeatine, il 24 marzo dello stesso anno. Furono fucilati.

Salomone Di Consiglio e Gemma di Tivoli abitavano nelle grandi case popolari del Icp Sant’Ippolito II, la Casa del Sole, in via della Lega Lombarda 43. La loro storia è legata, infatti, al quartiere Nomentano. La moglie aveva un banco al mercato di via Eleonora d’Arborea. I figli, Franco, Marco, Santoro ed Ennio erano iscritti alla Corradini. Sfuggirono tutti al rastrellamento del 16 ottobre per puro caso.

Dopo le bombe che colpirono il Nomentano, devastando piazza Bologna, la Casa del Sole, via dei Villini (in particolare la Legazione Ungheria) e tolsero la vita ai passeggeri del tram 8 in via Morgagni, il loro appartamento non c’era più. La famiglia si spostò, quindi, in via Madonna dei Monti, non lontana dalla Basilica di San Pietro in Vincoli, con i genitori di Salomone, che sarà raggiunto anche dalla sorella: voleva nascondersi al rione Monti, insieme al marito e alla figlia. Poi, però, avvenne la tragedia. Un delatore, Leonardo Leonardi, denunciò la famiglia ai tedeschi. Ogni ebreo valeva infatti 5mila lire.

Le SS arrivarono, dunque, nella loro abitazione e li catturarono tutti. Le donne e i bambini vennero mandati a Fossoli (in provincia di Modena), per essere poi spediti ad Auschwitz. Gli uomini, in totale sette, morirono tre giorni dopo. L’unico a salvarsi fu Ennio, il più giovane dei figli di Salomone, che scappò lanciandosi dal camion in corsa.

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