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18 marzo 1944, bombe al Nomentano: il racconto di Zanotti Bianco
Cinquantuno attacchi aerei. Sono quelli che subisce Roma prima della Liberazione. Il 18 marzo del 1944 il quartiere Nomentano viene colpito da una furia cieca.
Una bomba viene sganciata su via Messina e colpisce un palazzo. “Roma bombardata” è il titolo in prima pagina sul Messaggero del giorno seguente. Ma tutto il racconto di quella tragedia è racchiuso nella pagina del diario di Giorgio D’Acandia, pseudonimo di Umberto Zanotti Bianco, educatore e politico tra i firmatari del “Manifesto degli intellettuali antifascisti”.
Zanotti fa visita a un amico, Ettore Lo Gatto, docente e critico letterario, che abita proprio nel palazzo accanto a quello bombardato. Solo una camera ha conservato ancora i vetri, ed è quella in cui Lo Gatto giace su un letto, sofferente. Uno spezzone di bomba è passato attraverso il muro, devastando la casa, senza risparmiare nemmeno la biblioteca. La deflagrazione ha attraversato persino il corridoio, uscendo dal lato opposto dell’abitazione.
L’esplosione si abbatte anche su via dei Villini e via Morgagni. Salta in aria anche il tram 8: tra le macerie, i vetri rotti e i sedili divelti si contano sessanta vittime. Soltanto il conducente del mezzo riesce a sopravvivere. Un giorno di dolore incancellabile per il nostro quartiere.