6 Novembre 2021 - 7:23 . Sapienza . Cronaca
Sapienza, nasce il polo universitario penitenziario. Polimeni: “Sapere accessibile a tutti”
Nasce il polo universitario penitenziario Sapienza. In attuazione del protocollo d’intesa sottoscritto dalla Conferenza nazionale dei poli universitari penitenziari (Cnupp), con il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria (Dap) del Ministero della Giustizia, il Senato accademico dell’Ateneo ha istituito il Polo universitario penitenziario Sapienza.
Si tratta di un’infrastruttura di servizi dedicati alle attività funzionali a garantire il diritto allo studio e il conseguimento dei titoli universitari ai detenuti e a coloro che sono soggetti a limitazione della libertà personale per provvedimento dell’Autorità giudiziaria. In particolare sono stati fissati alcuni punti-chiave: la platea dei destinatari, il supporto per la gestione delle pratiche amministrative, ma anche l’orientamento allo studio, la didattica dedicata, l’utilizzo di materiale delle biblioteche e le attività di placement e di collegamento con il mondo del lavoro.
“Il Polo universitario penitenziario rappresenta uno strumento efficace e diretto per attivare procedure che aprano le porte del sapere e dell’università, in un’ottica inclusiva e di Terza Missione, stimolando concreti percorsi di riabilitazione e di reinserimento sociale – sottolinea la rettrice della Sapienza Antonella Polimeni –. Una novità che si inserisce nel solco di un impegno che Sapienza ha già assunto con diverse attività, come per esempio le ricerche sull’architettura carceraria e le attività di collaborazione legate al Modulo per l’Affettività e la Maternità completato da poco alla Casa Circondariale femminile di Rebibbia a Roma”.
E Pasquale Bronzo, delegato della Rettrice per il Polo universitario penitenziario dell’Ateneo, aggiunge: “La scommessa è fare in modo che la detenzione non sia un tempo sospeso ma un periodo di autentica preparazione al rientro in società durante il quale possano intraprendere percorsi formativi anche di alto livello per acquisire o integrare il proprio capitale culturale. La presenza delle Università nei luoghi di detenzione ha, in questo senso, una profonda valenza culturale per il Paese e favorisce più ampia discussione sul significato che possono avere la pena e l’esecuzione penale”.