23 Febbraio 2022 - 7:30 . Nomentano . Cronaca

Malamovida al Nomentano. Mio Italia: “Abbiamo proposte per il Comune per limitare i danni”

di Barbara Polidori

Un ritorno alla normalità che consideri le esigenze di tutti, del popolo della notte così come dei residenti del Nomentano. È ciò che chiedono anche le imprese di Mio Italia, associazione che riunisce tutte le realtà del comparto Ho.Re.Ca. della ristorazione e dell’ospitalità.

Tra le imprese anche i tantissimi ristoranti, pub ed esercizi di piazza Bologna, da settimane al centro dei controlli per aver infranto l’ordinanza sulla malamovida. Saracinesche abbassate per tantissimi gestori, risse nel pieno della notte, multe e sospensioni delle attività che se da una parte comunicano che i controlli delle Forze dell’Ordine funzionano, dall’altro però sono un danno anche per i gestori e una parte dell’economia.

I RISTORATORI COME RISORSA PER IL TERRITORIO

“I locali di somministrazione, da non confondersi con gli esercizi di vicinato, possono essere un’eccellenza del territorio e anche un luogo di scambio culturale” – suggerisce per esempio Matteo Cervini, delegato romano di Mio Italia – “Basti pensare alla cultura che abbiamo sul vino, sul cibo, sui distillati in quanto ‘italiani’ ed è facile capire che una misura che punisca tutti indiscriminatamente non sia applicabile”.

Spesso però per degustare quei prodotti, bottiglie e bicchieri finiscono a terra, contribuendo ad aumentare quel degrado su cui solo poche settimane fa si scagliava l’Assessore all’ambiente del II Municipio, Rino Fabiano, preannunciando un piano di pulizia straordinaria e degli interventi specifici.

“Parlando del Nomentano, essendo appunto in un quartiere commerciale, molti di noi pagano affitti salati e gli aiuti del Governo non sono stati sufficienti” – spiega Cervini – “A piazza Bologna ci sono situazioni complesse che non sono legate solo ed esclusivamente al consumo di alcolici. Sicuramente è una situazione che va gestita di comune accordo con le attività commerciali senza demonizzarle”.

LE PROPOSTE DI MIO ITALIA AL CAMPIDOGLIO

Per evitare che malamovida e cultura imprenditoriale siano erroneamente associate, MIO Italia sta studiando delle proposte da presentare alla giunta capitolina, per limitare i danni. “Nella fattispecie, credo che potenziare le pattuglie nelle zone a rischio e inasprire le sanzioni ai cittadini incivili sia una buona idea, che fra l’altro potrebbe in parte essere finanziata dalle tasse dei locali rimasti aperti” – prosegue Cervini per Mio Italia – “Un’altra buona idea sarebbe imporre un prezziario minimo ai locali notturni, di modo da evitare situazioni di gare al ribasso sui prezzi e di persone che si bevono 8 negroni ad aperitivo perché costano 2 euro l’uno”.

C’è poi l’annosa questione della sosta selvaggia. “Anche qui il tema è andato fuori controllo. Mi sento di solidarizzare con i residenti, non tanto per il fatto che siano stati temporaneamente ridotti i posti auto, ma per alcuni scempi che sono stati chiamati ‘dehors’. In alcune zone sembra di vedere dei tendoni di un ospedale da campo o di un centro di accoglienza per sfollati più che dehors di ristoranti”, spiega il delegato romano del comparto Ho.Re.Ca.

OSP CHE INVADONO ROMA

Ieri il Governo ha varato il decreto Milleproroghe che rinnova le occupazioni di suolo pubblico emergenziali fino al 30 giugno 2022. Di concerto anche il Comune di Roma, dovrà perciò adeguarsi c’è sulle OSP, un tema per cui solo nelle ultime ore l’Assessore alla mobilità e attività produttive del II Municipio, Valentina Caracciolo, ha inviato una lettera al Campidoglio. “Credo che la questione OSP vada armonizzata con la situazione di reale sofferenza economica delle attività. Roma è una città gigantesca e ogni quartiere ha le sue peculiarità, quindi, anche qui, credo che ogni municipio debba interloquire con le associazioni di categoria e studiare un piano graduale di ripresa della normalità. La cosa più pericolosa in questo momento sarebbe uno strappo netto e togliere le occupazioni a tutti indiscriminatamente. Non dimentichiamoci che ci sono attività che sono ancora in grandissima sofferenza economica e finanziaria”, conclude Cervini.

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