22 Aprile 2021 - 11:37 . FuoriQuartiere . Cronaca
La testimonianza di un lettore: “Mi sono vaccinato all’Auditorium, ecco com’è andata”
Pubblichiamo la lettera arrivata alla nostra redazione da Alberto Licata, 70 anni, giornalista, ex capo dell’ufficio stampa dell’Eni e residente nel Trieste–Salario, sulla sua esperienza all’hub vaccinale dell’Auditorium parco della Musica, dove ha ricevuto la prima dose del vaccino anti-Covid.
Anche voi avete già ricevuto il vaccino e volete raccontarci la vostra esperienza? Scriveteci una mail all’indirizzo nomentano@romah24.com
Venerdì 16 aprile mi è stato somministrato il vaccino anti-covid 19 all’Auditorium di Roma. Sono uscito di casa alle 9 per recarmi al centro di vaccinazione con entusiasmo, perché ritengo che sia necessaria la vaccinazione. E, ovviamente, anche con un minimo di preoccupazione perché, in questi casi, non si sa mai cosa ti aspetta. Allora diciamolo subito: perfetta organizzazione. Questo Paese spesso, troppo spesso criticato, offre dei motivi di apprezzamento e di soddisfazione che danno anche un po’ di orgoglio in un periodo in cui non ci sono troppe ragioni per averlo.
Vediamo come è andata questa mia esperienza.
Parcheggio senza alcun problema di fronte all’ingresso dell’Auditorium (e per chi non dovesse trovare un posto libero, c’è il parcheggio interno). Poi mi viene subito controllata con grande attenzione la temperatura da parte di un addetto della vigilanza. Quindi – poiché ho qualche problema ad un ginocchio – un vigilante mi ha accompagnato all’ascensore che conduce al piano dove vengono fatte le vaccinazioni.
Giunto al luogo delle somministrazioni, in pochi secondi un altro addetto dell’organizzazione, dopo la disinfezione delle mie mani, mi ha consegnato ad un collega che mi ha guidato ad una delle postazioni di accettazione. Lì una gentilissima infermiera ha controllato la mia documentazione e mi ha affidato ad un altro addetto che mi ha accompagnato nel box – uno dei tanti – di vaccinazioni.
Poche parole e pochi minuti dopo ero vaccinato, senza neanche accorgermi dell’ago che entrava nel mio braccio. L’infermiere che ha effettuato la somministrazione era giovane, bravissimo e molto professionale, ed è in forza all’esercito italiano. Il giovane militare mi ha indicato una sala distante una decina di metri, dove una gentilissima infermiera mi ha dato un numeretto e mi ha detto che mi avrebbe chiamato dopo una quindicina di minuti.
Molti di coloro che, come me, aspettavano nella sala non facevano altro che complimentarsi per l’organizzazione, veramente efficiente, ordinata, precisa. Un po’ militare, ma certamente umana. Dopo quindici minuti, è stato chiamato il mio numero e così mi sono recato all’uscita dell’Auditorium e sono tornato a casa.
Complessivamente dal mio ingresso alla mia uscita dall’Auditorium saranno trascorsi 35 o 40 minuti.
Ho così constatato che nel nostro Paese – dove le polemiche non finiscono mai – vi sono tante persone che svolgono la propria attività con grande professionalità e con grande impegno e considerano il loro lavoro come servizio per i cittadini.
Caro Direttore, mi sembra giusto dare un riconoscimento a tutti coloro che hanno organizzato questo hub.
Cordialmente,
Alberto Maria Licata