10 Dicembre 2021 - 7:30 . flaminio . Cronaca
Al Borghetto Flaminio una succursale de La Sapienza, dal consiglio comunale l’ok all’acquisizione. Il ricavato sarà investito nel quartiere
Nuovo passo avanti per la riqualificazione del Borghetto Flaminio. L’assemblea capitolina ha approvato con 31 voti favorevoli, 5 astenuti e nessun contrario la proposta di delibera della giunta contenente l’autorizzazione all’alienazione di parte dell’area del Flaminio.
L’intervento consiste nella riqualificazione e valorizzazione di parte delle aree attraverso l’acquisizione da parte dell’università La Sapienza e la realizzazione di nuove unità edilizie da destinare alla facoltà di Architettura con funzioni sia didattiche, sia culturali.
Sono previsti due insiemi edilizi costituiti da un unico piano, coperti entrambi da un tetto-giardino e collegati tra loro. Il primo, in sostituzione dell’ex deposito carburante, prevede la mensa universitaria. Il secondo, in sostituzione dell’ex Siar, comprende spazi per la didattica, spazi per lo studio libero, per la biblioteca e spazi per esposizioni temporanee. Il progetto prevede anche la realizzazione di un piccolo campus con funzioni didattiche e culturali, aperte ai cittadini. È prevista poi l’integrazione delle aule con spazi per lo studio libero, mensa e bar e spazi aperti e allestire spazi per workshop, mostre e manifestazioni culturali e di intrattenimento con un edificio ad energia zero con altissimi standard di efficienza energetica e di sostenibilità ambientale.
I nuovi spazi in progetto e quelli in fase di realizzazione nel sito di via Fortuny (ex deposito Atac) permetteranno l’abbandono di alcuni spazi non idonei alla didattica di laboratorio, attualmente in esercizio nella sede di via Gianturco, che gradualmente sarà trasformata in sede per attività amministrative, di ricerca e di comunicazione di piccolo gruppo e seminariali (corsi master, perfezionamento, specializzazione e di dottorato).
“Questa proposta — ha spiegato l’assessore all’Urbanistica, Maurizio Veloccia — viene dalla passata consiliatura e ha a che fare con l’autorizzazione all’alienazione delle aree inserite nel complesso denominato Borghetto Flaminio. La delibera è inserita in un contesto molto antico che parte da un protocollo d’intesa tra Comune di Roma e università La Sapienza nel 2002 per il decongestionamento della facoltà di Architettura, individuando con la concessione a titolo oneroso delle aree del Borghetto la soluzione per la realizzazione della nuova facoltà. Le aree dell’amministrazione sono state quindi assegnate ad Architettura per realizzare nuovi spazi all’interno di un progetto di valorizzazione”.
“Nel dettaglio — ha continuato Veloccia — “si tratta di due principali insiemi edilizi su un unico piano, ambedue coperti con giardino: il primo ha una superficie di 1.609,66 metri quadrati suddivisi in varie vocazioni, come area didattica, area studio e area ingresso, il secondo è di 2.488 metri quadrati. Il progetto prevede poi 1.492 metri quadrati di parcheggi pubblici, parcheggi pertinenziali per 146 metri quadrati, verde pubblico per 610 metri quadrati e inoltre autorizza il ricorso alla monetizzazione delle aree a verde pubblico per un importo complessivo di 127mila euro”.
Soddisfazione in II Municipio, il capogruppo Pd Roberto Ferraresi e la presidente della commissione speciale Università, Arianna Camellini commentano: “I ricavi di circa 1.400.000 euro derivanti dall’operazione saranno destinati sia alla riqualificazione del patrimonio storico, sia alla viabilità del quadrante limitrofo. Gli oneri di monetizzazione degli standard per un valore di circa 377.000 mila saranno, invece, utilizzati per la riqualificazione del mercato rionale Flaminio”.
Critiche le opposizioni di centrodestra. Per la consigliera della Lega, Simonetta Matone, “l’esame del mercato immobiliare nella zona grida vendetta con l’offerta dell’università perché con quella somma si riesce ad acquisire un appartamento senza balcone, visto che il costo è tra i 7 e i 9mila euro al metro quadrato. Il prezzo è assolutamente non congruo”. Per Andrea De Priamo, consigliere di Fratelli d’Italia e presidente della commissione Trasparenza, “questo caso può rappresentare un paradigma della lentezza e della difficoltà di avere trasformazioni urbane nella città, anche se di primario interesse pubblico come in questo caso, e delle misure e urgenti necessarie che vanno adottate. Ci sono, però, tanti punti interrogativi che forse rispondono al perché di tanta lentezza. Essendo questa area di assoluto pregio, non credo che l’amministrazione possa andare in automatico sulle valutazioni fatte nei primi anni 2000 che fanno a pugni col mercato immobiliare del quadrante”. Inoltre, ha sottolineato De Priamo, “questa delibera derubrica un’area boschiva e deroga sui minori parcheggi previsti nel progetto dell’Università. Perché dobbiamo vendere il Borghetto, invece di fare una convenzione affittandolo all’Università? L’interesse pubblico che sta alla base della proposta è l’unica cosa certa, ma non sappiamo con quali privati potrebbe voler interagire l’Università una volta acquisito il bene e per quali altri tipi di operazioni”.