17 Marzo 2021 - 12:46 . Prati Fiscali . Cronaca

Prostituzione a Prati Fiscali, carabinieri arrestano quattro persone

Un'auto dei carabinieri
Un'auto dei carabinieri

Portata dalla Romania all’Italia con la promessa dell’amore, venduta poi come schiava sessuale sulle strade della Capitale, in particolare a via dei Prati Fiscali. E’ la storia di una ventenne, della quale la madre aveva denunciato la scomparsa nell’estate 2019 alla stazione dei carabinieri di Tuscania, in provincia di Viterbo.

Da quel momento sono partite le indagini, che hanno potuto appurare inizialmente che la ragazza era stata portata dal fidanzato prima in Inghilterra e poi di nuovo in Romania, da dove veniva condotta definitivamente in Italia. Una lunga e complessa attività investigativa, che ha coinvolto il nucleo di Viterbo e la direzione distrettuale antimafia di Roma, ha appurato che la ventenne scomparsa una volta nella Capitale era stata venduta dal fidanzato a un’organizzazione criminale, per la cifra di 10.000 euro.

In quel momento la ventenne romena è diventata schiava di T.D, 44 anni, cittadina romena che gestiva una banda dedita allo sfruttamento della prostituzione e allo spaccio di stupefacenti, composta anche da due cittadini albanesi e un altro romeno.

La giovane vittima, tra l’altro affetta da un leggero deficit cognitivo, veniva drogata prima di essere lasciata sul marciapiede in attesa dei clienti, uno dei quali – da quanto è emerso dalle indagini – si era anche innamorato di lei, provando a strapparla dalla strada. Capite le sue intenzioni, l’organizzazione criminale ha chiesto 8.000 euro in cambio, vedendoseli rifiutare.

Lunedì 15 marzo sono quindi scattate le manette per quattro cittadini stranieri, gravemente indiziati a vario titolo dei delitti di riduzione in schiavitù, tentata alienazione di schiavi, tentata estorsione aggravata, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, cessione di stupefacenti.

Fino al marzo del 2020, quando è scattato il lockdown nazionale, l’organizzazione faceva prostituire le sue schiave in strada. Una volta iniziate le restrizioni per il contenimento della pandemia da Covid-19, il sodalizio criminale ha iniziato ad usare vari appartamenti, pubblicizzati su internet o con il passaparola tra i clienti abituali. Ma non era solo il sesso il “core business” dell’organizzazione. Le indagini, infatti, hanno fatto emergere un fiorente spaccio di cocaina, con oltre 50 clienti fissi ai quali la droga veniva consegnata a domicilio, camuffando le consegne come “food delivery”. Il volume d’affari del gruppo criminale era sostanzioso: 600 euro al giorno dalla prostituzione, 1.500 dallo spaccio.