2 Marzo 2021 - 20:57 . Montesacro . Cultura

Michele La Ginestra: “La riapertura dei teatri adesso? E’ solo propaganda”

L'attore Michele La Ginestra
L'attore Michele La Ginestra

di Valerio Valeri

Era nell’aria, da stasera, martedì 2 marzo, è ufficiale: in base al nuovo decreto del presidente del consiglio dei ministri, il primo di Mario Draghi, teatri e cinema potranno riaprire dal 27 marzo. I posti a sedere dovranno essere pre-assegnati, con riduzione della capienza al 25% (e comunque al massimo 200 persone).  Come abbiamo scritto ieri, lunedì primo marzo, sono principalmente quattro i luoghi di cultura che a Montesacro potranno tornare ad accogliere pubblico, due dei quali sono teatri: quello degli Audaci a Vigne Nuove-Casale Nei (leggi l’intervista al direttore artistico Flavio De Paola) e il “7 Off” a via Monte Senario, inaugurato il 22 settembre, diretto dall’attore e autore Michele La Ginestra, che Roma H24 ha interpellato per un commento sull’attuale situazione e sulla possibile riapertura.

Michele La Ginestra, direttore artistico del Teatro 7

L’idea di riaprire il teatro la settimana prima di Pasqua mi sembra solo una propaganda – l’esordio caustico di Le Ginestra – . Io credo sia un’idea sballata. Hanno prorogato il decreto fino al 6 aprile, ci sono delle limitazioni dovute all’essere zona gialla, come per esempio il non poter girare dopo le 22, ma il teatro è fatto per vivere la serata”.

C’è poi la questione della capienza ridotta a un quarto. “Non puoi chiedere a un teatro di lavorare così, non ha senso. I ristoranti si sono adattati? C’è una differenza di base, loro cucinano dalla mattina alla sera, noi prepariamo degli spettacoli e vendiamo dei biglietti, non facciamo minestre. Ci sta almeno un mese di prove prima, e se poi il Lazio dovesse passare alla zona arancione o addirittura rossa, che facciamo? Non capisco il perché di questa mossa. Forse serve a dare un segnale a chi ha urlato che bisognava riaprire i teatri? Ma non ci hanno chiesto se siamo d’accordo“.

Michele La Ginestra al Teatro 7 Off di via Monte Senario 81a

Come sottolineato da De Paola, anche Michele La Ginestra si pone il problema del fattore psicologico sui potenziali spettatori. “Vuoi riaprire i teatri? – si domanda l’attore romano – ma perché non farlo in una situazione in cui la gente sia disposta a farlo? La gente, con tutto quello che si sente in tv e la paura della terza ondata, tornerebbe a teatro? Io penso di no“.

Il suggerimento del direttore artistico del “7 Off” è di aspettare ancora. “Forse bisognerebbe prevedere un rientro dopo Pasqua, ovviamente calmierato. E sarebbe ragionevole prevedere una sorta di certificazione per quei teatri che hanno fatto tutto per essere a norma, comunicandolo alle persone: io ho installato un impianto di condizionamento che purifica l’aria prima di immetterla nella sala, ho acquistato un sistema di sanificazione ad ozono, la biglietteria è online. Tutte queste cose costano“.

L’attore classe 1964, ex studente del liceo Giulio Cesare al Trieste-Salario, prova a guardare oltre proiettandosi ai prossimi mesi. “Io credo che da quest’estate torneremo a fare la nostra attività – si auspica – all’aperto, sperando che il Comune decida di fare qualcosa e non rimandi come successo l’anno scorso. Quest’estate dovevano essere fatti tanti eventi, invece non c’è stato nulla. Io sono rimato fuori dall’estate romana municipale, non chiedevo soldi, solo spazi. E poi bisogna riabituare le persone a venire a teatro”.

Michele La Ginestra

In questi mesi di inattività (“per fortuna ho tenuto aperti alcuni laboratori, molte persone hanno avuto ancora voglia di frequentarli e li ringrazio, come ringrazio i docenti”), non è stato facile portare avanti la baracca. “Ho dieci dipendenti a tempo indeterminato – spiega La Ginestra – li ho continuati a pagare ovviamente e in alcuni casi, grazie agli spazi di via Monte Senario, ho potuto impiegarli anche nella segreteria. “Prima della pandemia avevo 350 iscritti ai corsi, quasi tutti a via Benevento (sede dell’altro teatro gestito dall’attore, ndr) – racconta – adesso ce ne sono 100 di meno. Ma sono ottimista, la gente ha bisogno di cultura, a Montesacro questa necessità l’ho percepita quando ho pubblicizzato i corsi e sono venute 100 persone a chiedere informazioni. Anche se al momento non è economico portare avanti i laboratori, servono per promuovere l’attività del teatro quindi vado avanti così”.

“Noi lo diciamo dall’inizio – conclude l’attore noto tra le tante cose anche per la partecipazione a “I Cesaroni” – siamo disponibili a partecipare alla causa della lotta al Covid mettendo a disposizione le sale per la somministrazione dei vaccini. Ma bisogna creare movimento, soprattutto bisogna aiutare i piccoli teatri con meno di 100 posti, ai quali non sono arrivati i ristori perché sono associazioni culturali”.