10 Marzo 2021 - 13:13 . Val Melaina . Scuola
Covid e vaccini, il liceo Aristofane torna in didattica a distanza per 10 giorni
di Valerio Valeri
Da oggi, mercoledì 10 marzo, tutte le classi dei due plessi che compongono il liceo Aristofane al Tufello sono tornate in didattica a distanza. Il motivo? Casi Covid e vaccinazione del personale scolastico, prof inclusi.
Allo stato attuale i casi di positività tra alunni e insegnanti sarebbero solamente 6, ma per ogni soggetto costretto alla quarantena, significa che tutta la classe (per lo meno la metà in presenza quel giorno) e tutti i professori del giorno prima e del giorno stesso finiscono in isolamento fiduciario. E in queste condizioni ci sono 26 sezioni su 53.
Inoltre, durante l’ultimo consiglio straordinario si è deciso di tornare in didattica a distanza anche per agevolare le vaccinazioni: i prof restano a casa, ma le lezioni proseguono a distanza senza creare ulteriori disagi.
“Abbiamo adottato questo tipo di organizzazione – ci spiega Raffaella Giustizieri, preside del liceo – perché altrimenti avremmo avuto troppe classi scoperte ogni giorno. Solo oggi avevo 25 insegnanti in isolamento fiduciario e 6 in malattia. In questo modo garantiamo lo svolgimento dell’attività didattica, seppur a distanza”. La dirigente scolastica conferma anche la grande adesione del personale docente e non docente (oltre 150 persone tra prof, assistenti e personale di segreteria) alla campagna di vaccinazione anti-Covid: “Sono moltissimi – conferma – e me ne rendo conto anche dal fatto che diversi prendono i giorni di malattia per gli effetti del vaccino”.
Ma come stava andando, finora, il ritorno a scuola nell’istituto del Tufello? “Bene – risponde Giustizieri – perché docenti e alunni sono contenti di essere tornati, anche se al 50%. Inoltre i nostri protocolli anti-Covid sono molto rigorosi, con ingressi scaglionati, entrate e uscite separate, percorsi colorati. E questo viene confermato anche dal fatto che dei 6 casi registrati finora, nessuno nasce all’interno delle classi, ma sono tutti cluster famigliari“.
Il 18 gennaio, giorno del ritorno in classe per gli studenti romani e di Montesacro, diversi istituti superiori del territorio hanno iniziato una protesta, durata tre giorni, contro la decisione del ministero, con l’accusa di scarsa sicurezza e di un non adeguato incremento del trasporto pubblico locale per garantire il giusto distanziamento a bordo dei mezzi. In piazza Conca d’Oro si è tenuta un’assemblea studentesca durante la quale si è chiesto un maggiore investimento sull’edilizia scolastica e al contempo la fine della didattica a distanza, modalità che – protrattasi nel tempo sin da marzo 2020 – ha causato disagi di vario genere e aumentato il divario sociale.
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