Roma, 22 Novembre 2024 - 20:18

Capitale morale

Guido Cutillo

Economista, docente alla Luiss Business School, fondatore del gruppo Urbs Urbium

23 Ottobre 2020

Così la rigenerazione urbana può migliorare Roma (e la nostra vita)

La rigenerazione urbana può essere uno dei vettori con cui sostenere in Italia la ripresa economica durante questi mesi difficili, lasciandoci città più belle, sostenibili e vivibili. E Roma nei prossimi anni sarà il centro italiano di questo processo grazie alle enormi potenzialità ancora inespresse.

L’interesse per la nostra città da parte dei fondi immobiliari nazionali e internazionali è molto forte e potrebbe generare un ampio circuito economico, oltre a mille altre esternalità positive, se solo trovasse terreno fertile nell’amministrazione comunale che deve vedere la rigenerazione urbana non più come un’estensione del vecchio mondo dei “palazzinari” ma come un vero e proprio vettore di miglioramento della vita dei cittadini.

Stiamo vivendo infatti una strana congiunzione astrale, che tra le mille difficoltà connesse alla gestione del Covid-19 ci sta anche regalando un’enorme opportunità per ripensare completamente le nostre città secondo il modello dell’iper-prossimità e della sostenibilità.

Da un lato infatti il mondo del lavoro sta facendo un ricorso sempre più ampio allo smartworking, liberando ampie metrature di uffici, dall’altro il vecchio modello “Los Angeles” – con città sempre più estese e ore necessarie per i trasferimenti quotidiani – sta lasciando spazio al modello dell’iper-prossimità, che vorrebbe quartieri “semiautonomi” nei quali svolgere la propria vita con spostamenti di un massimo di 15 minuti. Per Roma questa potrebbe davvero essere la svolta.

Smartworking

Sappiamo infatti quanto questa città sia stata costruita nel tempo secondo “logiche illogiche” guidati più dalla rendita fondiaria che dalla pianificazione urbanistica. Oggi abbiamo l’occasione di cambiare andando ad esempio a chiudere i vuoti urbani che spesso si annidano anche in zone semicentrali.

Il Flaminio ne è un esempio eclatante perché iper-centrale e con tutte le caratteristiche per essere facilmente trasformato nel polo cittadino dell’arte moderna e contemporanea oltre a poter facilmente diventare un polo di attrazione turistica complementare al centro.

La Tiburtina, con le sue infrastrutture, la nuova sede di BNL e quelle previste di ISTAT e FS, è sicuramente un altro. Per non parlare della ex Fiera di Roma.

Insomma, un’occasione d’oro da non lasciarsi sfuggire, che potrebbe mettere in circolo miliardi di euro di investimenti e ancor più di moltiplicatore economico, rivitalizzando il settore delle costruzioni e tutto l’indotto.

I soldi non sono un problema, nel senso che il mondo della finanza è pieno di liquidità in cerca di buoni investimenti, le grandi aziende sono spesso impegnate nel ripensamento delle proprie sedi, la Pubblica Amministrazione a breve sarà coinvolta in un massiccio processo di ammodernamento che riguarderà certamente anche i luoghi di lavoro attirando parte dei fondi stanziati per la crisi.

Campidoglio

Però servono idee e buona amministrazione con poca burocrazia e velocità d’esecuzione, cercando di coinvolgere le imprese e i migliori architetti per aggiungere bellezza a bellezza come è nella storia di questa città da sempre, evitando operazioni di pura speculazione edilizia e di consumo di territorio, e rispettando il tessuto urbano di pregio. Ad esempio, tra mille cose da rigenerare e valorizzare, sarebbe il caso di evitare di continuare ad abbattere villini storici che sono parte della migliore tradizione edilizia della città e che dovrebbero essere preservati.

Nel caso in cui per ragioni strutturali dovessero essere abbattuti edifici storici di pregio, esistono oggi le tecnologie per “svuotarli” ricostruendoli dall’interno senza minimamente toccarne le facciate.

Questa tecnica è ampiamente utilizzata all’estero e dovrebbe essere promossa anche nella nostra città per preservare il panorama urbano più bello del mondo.

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