25 Marzo 2022 - 8:34 . san-lorenzo . Cronaca
Movida nei Municipi, Colmayer: “Creiamo alternative e nuovi spazi per i giovani”
di Clarissa Cancelli
Il 21 marzo le presidenti di quattro commissioni del II Municipio – Lucrezia Colmayer (commissione Cultura), Federica Serratore (commissione Politiche Sociali), Barbara Auleta (commissione Bilancio e Commercio) e Francesca Marina Morpurgo (commissione Scuola e Politiche giovanili) – si sono riunite per fare il punto sugli effetti dell’ordinanza del sindaco Gualtieri, insieme a Christian Raimo, assessore del Municipio III con delega alla Cultura e al segretario romano dei Radicali, Leone Barilli, promotore degli Stati Generali della Notte.
I primi di febbraio il primo cittadino aveva, infatti, firmato l’ordinanza che prevede l’obbligo di chiusura anticipata, dalle 22 fino alle 5 del giorno successivo, degli esercizi di vicinato del settore alimentari e misto che si trovano nel territorio dei municipi I e II per “tentare di porre un primo argine agli eccessi connessi alla movida serale di alcune piazze e aree della città, favoriti dalla vendita e dal consumo di bevande alcoliche e superalcoliche da asporto”.
Nonostante questo, però, la situazione non sembra essere migliorata. Secondo la signora Anna Esposito, residente e componente del direttivo del Comitato di quartiere San Lorenzo, “non è chiudendo i mini-market alle 10 di sera che si ferma la diffusione di alcol e droga. C’è tutto un altro mondo dove poterli reperire. Certo, con l’ordinanza è stato dato un segnale di un maggior controllo del territorio. Ma non basta”.
Su questo tema, Roma h24 ha ascoltato le osservazioni di una delle presidenti che si sono riunite il 21 marzo: Lucrezia Colmayer, della commissione Cultura.
Presidente, il 21 marzo avete dunque bocciato il provvedimento del sindaco?
“Noi non abbiamo bocciato l’ordinanza di Gualtieri. Nessuno in commissione ha detto che l’ordinanza non serve. È una sorta di tampone che va a coprire un’urgenza che, però, necessita una soluzione più complessa. Quello che è emerso nella riunione delle commissioni del 21 è che il problema, per essere risolto, deve essere affrontato a 360 gradi. Altrimenti è difficile. E questo sia a livello di trasversalità di competenze (per questo eravamo quattro commissioni), ma anche a livello trasversale di Municipi. Io mi sono trovata molto a condividere la posizione dell’assessore Raimo.
Su cosa di preciso?
Più spazi culturali e dedicati ai giovani apriamo nella città, più diamo alternative e decongestioniamo i luoghi della movida. Questa, almeno, è l’idea. Ma per metterla in pratica, è necessaria un’alleanza inter-municipale.
Quale potrebbe essere un approccio utile per risolvere la situazione?
Valorizzare le esperienze che sono state positive, emerse nel corso degli anni. Quello che io ho detto è che la mala-gestione dell’area di Passamonti da parte dell’associazione Remuria non può andare a intaccare la buona volontà del progetto dell’Estate romana municipale che, per esempio, a piazzale del Verano ha funzionato molto bene. L’assessore Raimo ha detto che ha voluto riprendere questo piano per il III Muncipio. A dimostrazione che più apriamo luoghi di aggregazione, più si decongestionano quelli che sono pieni e non riescono più a gestire l’utenza. Tra i quali San Lorenzo, che però non l’unico quartiere. È un problema di movida generalizzato nel I e nel II Municipio e parte nel III. Il tentativo è quello di avviare un dialogo in cui vengano preservati tutti gli interessi in campo. Quindi quello dei giovani che giustamente cercano un’alternativa per svagarsi, ma anche le necessità dei residenti. Il problema è generalizzato.
Il Comitato di quartiere San Lorenzo ha lamentato la presenza di centinaia di persone che riempiono il quartiere per poi devastarlo. Cosa si potrebbe fare per arginare questo fenomeno?
Se noi favoriamo un trasporto pubblico tale che gli studenti che vivono a San Lorenzo o piazza Bologna riescano a spostarsi agilmente per raggiungere altre parti della città, forse le serate non le passerebbero in quelle zone. Ma se non riescono a raggiungere altri quartieri perché la metro chiude alle 21, durante il weekend, è ovvio che il consumo si concentri lì. Se riuscissimo effettivamente a realizzare “la città dei 15 minuti”, potremmo garantire ai giovani di allontanarsi dai luoghi dell’Università. Garantire loro di raggiungere le sedi di studio senza impiegarci un’ora e mezza, permetterebbe di affittare case anche in altre zone.
La presidente della commissione Politiche Sociali Federica Serratore ha assicurato che c’è la volontà di sentire le varie associazioni e i vari comitati presenti sia a San Lorenzo, ma anche in altre zone, come piazza Bologna e Corso Trieste per ascoltare anche la loro opinione.
Quello che abbiamo detto in commissione è che il dialogo con i cittadini va cercato, perché se decidono di lasciare San Lorenzo perché è invivibile è una sconfitta per l’Amministrazione. D’altra parte, noi ci teniamo a preservare il carattere identitario del quartiere che è dato dai cittadini che lo animano. Va ripensata la città per risolvere questa situazione. Vanno creati altri centri culturali e altri centri di aggregazione per, così dire, disperdere la folla ma anche garantire ai ragazzi di potersi spostare. Se il servizio pubblico migliora, migliora per tutti.