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“Ricongiungere le periferie al Centro”: la Roma del sindaco Luigi Petroselli,

di Sara Fabrizi

Solo se i mali di Roma saranno affrontati, solo se la parte più oppressa e più debole della società, dai poveri e dagli emarginati agli anziani, dalle borgate ai ghetti della periferia, avranno un peso nuovo su tutta la città, essa potrà essere risanata e rinnovata. Solo se sarà più giusta e più umana, potrà essere ordinata, potrà essere una città capace di custodire il suo passato e di preparare un futuro. Tutto ciò voglio confermare nel momento nel quale, come Sindaco, assumo l’impegno di essere non un sindaco di parte ma un sindaco di tutti i cittadini. Di ogni cittadino”.  È il 27 settembre 1979. Due giorni prima, a sorpresa, la Capitale è rimasta senza il suo primo cittadino. Dopo tre anni alla guida della città, Giulio Carlo Argan ha deciso di dimettersi dalla carica. Ragioni di salute gli hanno imposto di interrompere il suo mandato in anticipo. Il Consiglio comunale, chiamato a scegliere una nuova guida per la città, si pronuncia. La voce che si sente risuonare nella sala Giulio Cesare in Campidoglio è quella di Luigi Petroselli.

I contenuti di quel discorso, in cui la parola umiltà torna più volte, rappresentano esattamente i contenuti del suo agire politico. Non sono parole vuote, ma precise dichiarazioni d’intenti, un programma da seguire. Al centro del suo operato ci sono le periferie, i quartieri popolari degradati e abbandonati a sé stessi. Il suo sogno è quello di ricongiungerle al centro, accorciando le distanze, sotto tutti i punti di vista. Roma, nella sua gigantesca espansione a colpi di speculazione edilizia, ha spinto ai margini gli ultimi. Migliaia di persone vivono in condizioni disumane, dentro baracche pericolanti, senza acqua, senza luce, senza fogne. Petroselli agisce per l’eliminazione dei borghetti. Pensa a dare vere case a chi non ce l’ha, trova i soldi e vara un grande piano di edilizia popolare per far fronte all’atavico problema dell’emergenza abitativa.  Sotto la sua amministrazione vengono realizzati chilometri di acquedotti e fognature, si porta l’illuminazione pubblica dove non c’è, le strade vengono asfaltate e rimesse a nuovo. Ma non solo. Anche sotto l’aspetto dei servizi c’è una grande svolta. Nascono centri sociali per gli anziani, asili nido, scuole e quasi trecento biblioteche di quartiere. Petroselli riesce anche in un’impresa eccezionale: il completamento della linea A della metropolitana, i cui lavori, tra scioperi, ritardi, contrattempi, vanno avanti a rilento da anni. Il 16 febbraio 1980, il primo convoglio percorre i tunnel sotterranei che collegano la stazione di Ottaviano a quella di Cinecittà. Le periferie non sono più tagliate fuori, lontane, estranee. Sono Roma, proprio come il centro, che viene fortemente valorizzato dal punto di vista culturale. Viene avviato il progetto Fori, che punta a restituire dignità ai monumenti antichi, eliminando il traffico veicolare, lasciando respirare la storia. Viene demolita via della Consolazione, strada che divide il Campidoglio dai Fori. All’improvviso, spariscono le macchine nell’area intorno al Colosseo, relegato per anni al ruolo di spartitraffico. Nasce un’isola pedonale, la prima in Italia. Il primo febbraio 1981 prende avvio la chiusura domenicale di via dei Fori Imperiali alle automobili, che prosegue nelle settimane successive. I cittadini accolgono con entusiasmo la novità, partecipando in massa alle visite guidate organizzate in quelle giornate. “Quello che accade e che vogliamo che accada è che non solo il tempo di percorrenza, ma il tempo mentale e il tempo culturale si accorci tra via dei Fori Imperiali e la periferia, tra la periferia e via dei Fori Imperiali” spiega il sindaco nel corso della seconda conferenza urbanistica.

Dopo due anni di intenso lavoro, i romani riconoscono i meriti di Petroselli e scelgono di dargli fiducia. Alle elezioni comunali del giugno 1981, riceve ben 130.000 preferenze, vedendosi riconfermato l’incarico. Il suo cuore generoso, però, smette di battere troppo presto. Il 7 ottobre 1981, dopo un appassionato intervento al comitato centrale del Pci, Luigi Petroselli viene stroncato da un infarto fulminante. Ha soltanto 49 anni. E la città avrebbe ancora tanto bisogno di lui. Il giorno dei funerali, una folla immensa segue il feretro. Roma intera piange il sindaco più amato. Quello che è stato davvero il sindaco di tutti.

La vita e il personaggio di Luigi Petroselli, primo sindaco comunista di Roma, sono raccontati nei volumi di Typimedia Editore “La Storia del Tuscolano” e “Comunisti d’Italia”. 

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