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Primizie e antichi mestieri: viaggio tra i tesori e gli storici personaggi del mercato Vittoria
A cura di Sara Vicarelli, montaggio video di Silvia IacocagniL’IDENTIKIT DEL MERCATO
Indirizzo: Via Sabotino, 4
Numero banchi: 38
Dimensioni: 2500 metri quadri
Affluenza giornaliera: 500 visite al giorno
Orari: aperto dal lunedì al sabato dalle 7 alle 14, chiuso la domenica
LE RADICI DEL MERCATO
Pochi banchi, ma lunga storia. Passeggiare per il Vittoria – uno dei quattro mercati più antichi della città – significa tuffarsi nel passato e assaporare tutte le tappe, le evoluzioni e le trasformazioni che ha subito nel tempo, il punto di riferimento gastronomico per gli abitanti di Della Vittoria. Una struttura che ha visto luce nel lontano 1911, ristrutturata nell’86, e che oggi ospita trentotto operatori, alcuni dei quali veri contadini che riportano sui banchi la qualità della materia prima, mentre altri, vecchi artigiani, che rifiutando l’inesorabile modernità che avanza, aggiustano ancora a mano con amore e minuzia, oggetti di uso comune. Durante la quarantena, davanti all’ingresso era facile trovare ogni giorno una lunga fila di clienti in attesa del proprio turno, fila che poteva durare anche mezz’ora, ma che poco importava ai fedeli del “buon mangiare”.
Si potevano osservare lì, sotto la grande orsa Daniza disegnata a mo’ di murales su una delle facciate in mattoni della struttura, attendere con pazienza e con tanto di buste alla mano il proprio momento per entrare. Sebbene oggi ci siano molti meno commercianti rispetto al passato (alcuni anni fa si contavano cento operatori), il sorriso dei banchisti e la qualità dei prodotti sono sempre gli stessi e nei duemila e cinquecento metri quadri del mercato, si respira sempre un’aria allegra e frizzante che tanto piace ai cittadini. “È un mercato dove la gente entra sicura di trovare cordialità – assicura Carlo Meriano, presidente del Vittoria dal 2012 –. A differenza dei moderni supermercati, luoghi asettici e impersonali, qui ancora vive un grande rispetto e dialogo tra consumatore e compratore. Intendiamoci, nulla contro le grandi distribuzioni, ma qui è tutta un’altra storia”. Dai box di frutta e verdura, ai banchi di pescheria e macelleria, passando per le botteghe d’artigianato e antichi forni, è chiaro che il mercato Vittoria riesce da anni a regalare quel tocco di vivacità e di colore a un quartiere dall’aspetto quieto e signorile.
LE DUE FACCE DEL MERCATO, CRITICITÀ E PUNTI A FAVORE
Come tutte le cose belle e autentiche, anche il mercato Vittoria è un insieme di luci e ombre. Sebbene rappresenti un centro vivo per il quartiere, con i suoi colori e prodotti di prim’ordine, il mercato ha dovuto con il passare degli anni, affrontare diverse problematiche. Il parcheggio è una tra queste. Non avendo uno spazio riservato per la sosta, diviene sempre più complicato per i cittadini poter accedere facilmente alla struttura, considerando poi che il quartiere è uno tra i più abitati della città, è ancora più difficile. Ma non è solo il parcheggio a preoccupare il presidente. “Eravamo in cento. Ora siamo diventati trentotto operatori – racconta Carlo Meriano – e abbiamo un piano vendita di ben 2.500 metri quadrati. Questo significa grandi banchi non utilizzati e piccoli box che trovano, invece, utilizzo ma che necessiterebbero di spazi più grandi. L’intera area potrebbe, e dovrebbe, essere sfruttata molto meglio, ma ci è stato sempre impedito da pesanti passaggi burocratici. Il mercato – continua il presidente – andrebbe urgentemente ristrutturato e migliorato, fino a questo momento, il Comune ha messo mano solo al tetto dell’edificio. “Purtroppo, i bandi comunali per l’assegnazione dei box non vengono pubblicati con facilità – commenta anche il vicepresidente del Vittoria Luciano Marcellini – e questo porta a conservare molti banchi vuoti.
I PERSONAGGI: DAGLI ESPERTI COLTIVATORI DELLA TERRA AI MAESTRI DELL’ARTIGIANATO
Luciano Marcellini – Un box di 12 metri quadrati, dove si può trovare tutto quello che Luciano stesso sognerebbe vedere dentro un negozio. Il suo è uno scrigno che contiene moltissime cose, un box che sembra uscire dalle pagine del libro “Alice nel Paese delle Meraviglie”. Anice il suo nome, che richiama solamente ad uno dei profumi che si possono avvertire nel box. Le pareti sono colme di tisane, biologiche e selezionate, ma nel suo shop si può trovare anche salmone pescato all’amo, la bottarga, le uova di pesce, fino ai diffusori di essenze per l’ambiente. Poi tanti tipi diversi di pasta, con una filiera interamente italiana: c’è quella senza glutine, quella di mais, di riso o anche con farina di grano saraceno. “Il contadino mi porta anche l’olio direttamente dal suo frantoio in Sabina”, sorride Luciano.
Gianfranco Costa – È il maestro dell’artigianato. Che siano vecchie, nuove, griffate o non, non esiste borsa o scarpa che Gianfranco Costa non sia in grado di riparare. Un talento naturale mescolato alla passione che Gianfranco ha per quei lavori manuali che piano piano stanno sempre più scomparendo. Secondo lui, immotivatamente. A 73 anni non gli fa paura lavorare ancora chino, lustrando il cuoio e mettendo toppe di pelle a coprire il danno. E, quando può, Gianfranco compie anche dei veri atti di volontariato regalando scarpe o borse mai ritirate dai clienti alle persone più bisognose.
Nadia Pizzichini – Il banco si chiama Carrozza Pancrazio ed è intitolato al marito di Nadia. Entrambi si svegliano alle prime luci della mattina e vengono al mercato a portare sul loro banco il meglio della frutta e verdura. Ma non sono prodotti qualsiasi: Nadia e Pancrazio sono coltivatori diretti, hanno la loro azienda alla Storta dove ogni giorno vengono trattate al meglio frutta e verdure. Nello specifico, Nadia coltiva diverse tipologie di insalate, finocchi, broccoletti, cime di rapa, puntarelle, ma anche pesche, susine, albicocche, meloni e cocomeri in estate. Ovviamente tutti i prodotti rispettano i cicli stagionali. “Coltiviamo tutto con amore e nel rispetto delle norme – spiega Nadia –. Aboliti i prodotti chimici, e largo ai concimi naturali. Anche per quanto riguarda l’irrigazione, l’acqua arriva direttamente da un pozzo di famiglia, che costruì tanti anni fa mio padre”.
PRODOTTI IN PRIMO PIANO
Il forno di Carlo Meriano – È stato il secondo in tutta Roma a inserire una panetteria all’interno di un mercato rionale. Carlo è figlio di un mastro fornaio e ha voluto da sempre portare avanti la tradizione di famiglia con amore e tanta passione. Il Piccolo Forno del Vittoria è un negozio composto da due banchi con annesso laboratorio di produzioni artigianali, anche espresse. “Oltre alla pizza, abbiamo la produzione di pane ai cereali, i panini al latte e all’olio, anche farciti – spiega Carlo – oltre a tutta la parte che riguarda il dolce: torte, bignè, frappe e crostate”. Sul bancone vicino, invece, il meglio della norcineria e salumeria. Il consiglio è provare il “formaggio vacche rosse”, un parmigiano a stagionatura lunghissima, oltre alle salsicce secche di maiale e cinghiale che arrivano direttamente da Norcia.
L’artigianato di Anna Rita Guglielmi – La licenza per questo box era di suo padre, reduce di guerra che per iniziare a guadagnare qualcosa, si mise a lavorare al banco che un tempo si trovava lungo la strada. Dopo varie vicissitudini, la gestione del box è passata nelle mani di Anna Rita che di questo banco ne ha fatto un punto di artigianato. Con filati pregiati, Anna Rita ripara e cuce qualsiasi capo di maglieria le si porti. “È un’attività alla quale sono legata ma molto difficile per i tempi che corrono – racconta Guglielmi –. In un mondo dove con un click e con pochi euro ti arriva a casa un maglione nuovo, sembra sempre più complicato anche solo pensare di poter riparare una maglietta danneggiata. Eppure, bisognerebbe puntare quanto più possibile alla qualità e non allo shopping facile”. Anna Rita realizza a mano anche guanti e favolosi cappellini.
La macelleria di Gianfranco – Gianfranco (il cognome non lo specifica, ma non è necessario perché qui, come dice lui, lo conoscono tutti) ha una macelleria fornitissima, in grado di soddisfare anche il palato più esigente. Sul grande banco, sfilano i migliori tagli di carne rigorosamente italiana, con attenzione particolare per le carni di razza Chianina e Scottona. Così, oltre a filetti, bistecche e burger, si fanno largo i pronti a cuocere, tra cui spiccano le polpette di melanzane o zucchine, le alette di pollo, le fettine panate e il polpettone preparato ogni giorno a vari gusti. Vero fiore all’occhiello è rappresentato dalla carne trentina salata (che si gusta come fosse un affettato con una lunga cottura sotto sale) e la coppa artigianale che arriva direttamente da Siena.