7 Ottobre 2021 - 16:39 . Cronaca
Salvatore Buzzi festeggia su Facebook la sconfitta di Raggi, la sindaca: “Sono tornati”
“Sono già tornati”. È il commento con cui la sindaca uscente, Virginia Raggi, condivide sul proprio profilo Facebook lo screenshot di un video pubblicato da Salvatore Buzzi, uno dei protagonisti dell’inchiesta Mondo di Mezzo che si era conclusa per lui con una condanna a 12 anni e 10 mesi in appello, senza l’accusa di associazione mafiosa. Ora toccherà alla Cassazione confermare o meno la sentenza.
Intanto, però, Buzzi ha pensato di festeggiare la sconfitta della sindaca grillina, arrivata solo quarta al primo turno elettorale, pubblicando un video di cinque anni fa, che mostra l’arrivo della prima sindaca donna di Roma in Campidoglio, dopo il trionfo alle urne contro il candidato del Pd Roberto Giachetti. Il video, però, è stato montato al contrario. In questo modo si ha l’impressione che la sindaca, invece che arrivare, se ne stia andando, riconsegnando la fascia tricolore. A completare in tutto, il ritornello del brano “Ciao” di Lucio Dalla.
“Ve lo ricordate Salvatore Buzzi? Sì, proprio lui, quel galantuomo condannato a più riprese per diversi reati ma conosciuto soprattutto per il suo ruolo di primo piano in Mafia Capitale – scrive la senatrice grillina Paola Taverna –. Buzzi festeggia così, con questo video, la sconfitta di Virginia Raggi. Certo, festeggia e non potrebbe fare altrimenti: con Virginia e il M5S in Campidoglio per cinque anni certi giri d’affari, quelli a cui era abituato, hanno subito un brusco stop. Buzzi festeggia perché pensa che ora le cose andranno meglio?”
(Il video pubblicato da Salvatore Buzzi)
Il tutto arriva proprio nel giorno in cui Buzzi inaugura il suo pub a Tor Vergata, in cui i panini hanno i nomi dei protagonisti della storia criminale della Capitale. “Libanese” “Dandy”, “Freddo”, “Scrocchiazzeppi”.
“L’apertura a Roma di un “pub” gestito da un protagonista dell’inchiesta “Mafia Capitale” – locale il cui menù offre pietanze dai nomi tratti dalla galassia criminale emersa dall’inchiesta non è purtroppo uno spettacolo nuovo – spiega Don Ciotti in un intervento sul sito di Libera –. Già nel 2006 in Spagna una catena di ristoranti aveva adottato il marchio – per fortuna annullato dieci anni dopo dall’Unione Europea – “La mafia si siede a tavola”, con tutta una serie di riferimenti che volevano essere folcloristici mentre erano solo volgari, offensivi, inaccettabili. Che ora un’iniziativa del genere si possa realizzare nel nostro Paese è motivo di profonda preoccupazione. È un segno evidente, infatti, di una progressiva banalizzazione e mercificazione del male. Siccome estirpare un male è troppo faticoso e mette in discussione assetti di potere più ampi, lo si normalizza, si finge che sia meno grave di quello che è associandolo a beni di consumo come il cibo.Un processo di addomesticamento delle coscienze che permette al male di persistere, ai suoi autori e complici di continuare ad agire spavaldi in esibita noncuranza per il bene comune sottratto e per il dolore inferto alle loro vittime”.