10 Agosto 2022 - 12:38 . Cronaca
Omicidio di Anzio, salgono a tre gli arresti per l’uccisione del pugile Leonardo Muratovic
C’è un terzo accusato per l’omicidio di Leonardo Muratovic, il pugile di Aprilia, assassinato ad Anzio a soli 25 anni, lo scorso 17 luglio. La Squadra mobile di Roma ed il Commissariato di Anzio-Nettuno hanno, infatti, eseguito un provvedimento cautelare in carcere emesso dal Gip del Tribunale di Velletri su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di H.A.O., classe 95, soggetto di cittadinanza tunisina ma nato e cresciuto ad Aprilia, luogo in cui risiede, gravato da pregiudizi di polizia per lesioni personali e violazione della legge sugli stupefacenti.
L’uomo è accusato di aver preso parte all’accoltellamento di Muratovic, accaduto sul lungomare di Anzio davanti al locale ‘La Bodeguita’, insieme ai fratelli E.D., Adam (classe 2001, pregiudicato per tentato omicidio, ricettazione e detenzione illegale di armi da fuoco) e Ahmed (classe 1996, pregiudicato per porto di oggetti atti ad offendere), già sottoposti, prima a provvedimento di fermo di indiziato di delitto da parte della Procura di Velletri, convalidato dal GIP di Roma (in quanto i due, attivamente ricercati dalla polizia di Stato, il 19 luglio scorso, si erano costituiti spontaneamente a Roma presso la Stazione CC Gianicolense), e poi a misura cautelare in carcere da parte del Gip di Velletri.
Le risultanze investigative finora acquisite hanno restituito un impianto accusatorio che vede diversi soggetti presenti al momento dell’aggressione del gruppo, composto sicuramente da altre persone, non nei confronti di una opposta fazione ma verso un unico individuo, disarmato e non legato ad ambienti criminali, al contrario degli oppositori rivelatisi un pericoloso sodalizio presente sul territorio di Anzio.
I 3 soggetti di origini maghrebine ma nati in Italia, sono gravemente indiziati di aver aggredito con pugni e schiaffi Leonardo Muratovic, per poi colpirlo con armi da taglio al petto ed al fianco, causandone la morte. In particolare è stato lo stesso E.D. Ahmed a confessare di aver sferrato la coltellata fatale al petto della vittima, mentre il fratello Adam e l’amico detto ‘Suzu’ sono stati sempre presenti e partecipi sin dall’inizio delle prime minacce (evidentemente figlie di pregressi attriti).
I tre sono stati ripresi da una telecamera del Comune di Anzio presente in zona, mentre stavano fuggendo insieme. Fondamentali sono risultate alcune testimonianze, seppur reticenti e contraddittorie, ma univoche nell’indicare la partecipazione dei tre alle fasi antecedenti, concomitanti e soprattutto successive all’aggressione: nessuno ha però indicato o visto l’autore o gli autori delle due coltellate, presumibilmente, anche secondo i riscontri autoptici, inferte da due coltelli diversi e di conseguenza da due persone differenti.
Il Gip del Tribunale di Velletri ha, quindi, sposato le tesi accusatorie proposte dalla Procura, sulla base delle indagini della Squadra mobile e del Commissariato, che inquadrano il comportamento tenuto dagli arrestati come assolutamente inequivoco nell’aver fornito un contributo materiale e morale nell’omicidio di Leonardo Muratovic.