4 Ottobre 2023 - 11:20 . Cronaca
I maxi proventi del narcotraffico riciclati all’Esquilino. La guardia di finanza arresta 33 persone
Gli ingenti proventi del narcotraffico “ripuliti” e trasferiti in Cina. Maxi operazione della guardia di finanza che, nella mattinata del 4 ottobre, ha eseguito nelle province di Roma, L’Aquila, Reggio Calabria, Napoli, Perugia, Ancona e Campobasso un’ordinanza di custodia cautelare (in carcere per 22 persone e agli arresti domiciliari per 11 persone) per le ipotesi di reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e al riciclaggio, oltre che per i reati di estorsione, autoriciclaggio e detenzione abusiva di armi.
Le indagini hanno permesso di individuare, in particolare, soggetti di nazionalità cinese di stanza a Roma che hanno svolto sistematicamente attività di riciclaggio di profitti illeciti conseguiti da più gruppi criminali dediti al traffico, anche internazionale, di sostanze stupefacenti.
Le attività di “ripulitura” del denaro avvenivano nelle sedi di attività commerciali dedite all’import-export di abbigliamento e accessori di moda, tutte gestite da due comunità familiari cinesi nel quartiere Esquilino. Tali esercizi, esistenti solo formalmente, fungevano in realtà da “centri di raccolta” del denaro di provenienza illecita destinato a essere trasferito all’estero (prevalentemente in Cina) in maniera anonima e non tracciabile.
L’associazione utilizzava un metodo conosciuto come “Fei Ch’ien” (letteralmente “denaro volante”), consistente nel virtuale trasferimento del denaro: i soldi depositati al broker non lasciava fisicamente il paese di partenza, venendone invece trasferito il solo “valore nominale” alla controparte/broker presente nel paese estero. La successiva compensazione poteva avvenire con modalità diverse quali, tra le altre, il ricorso a corrieri di valuta oppure con bonifici “diretti” di importo frazionato (al fine di aggirare i vincoli antiriciclaggio).
Secondo le indagini, al vertice dell’organizzazione ci sarebbe Zheng Wen Kui (classe 1968) che comandava un sodalizio composto da numerosi individui, legati tra loro anche da vincoli di parentela, tutti incaricati di curare le varie fasi di raccolta e trasferimento illegale di valuta verso l’estero.
Le fiamme gialle hanno inoltre sequestrato circa 10 milioni di euro (di cui 8 milioni di allo scalo Leonardo da Vinci di Fiumicino), ad alcuni “money mule” incaricati di trasferire fisicamente il denaro fuori dal territorio. Nel complesso sono state tracciate movimentazioni finanziarie per oltre 50 milioni di euro, dirette dal territorio nazionale verso la Repubblica Popolare Cinese.