11 Dicembre 2022 - 11:23 . Cronaca
Fidene, sparatoria durante una riunione di condominio: tre donne uccise
Tre persone sono state uccise, tutte donne, nel corso di una sparatoria avvenuta in un bar a Fidene, durante una riunione di condominio. Il fatto è avvenuto in via Monte Gilberto, zona Colle Salario. Altre quattro persone sono rimaste ferite, due delle quali gravemente, e trasportate in ospedale in codice rosso al Gemelli, al Sant’Andrea e all’Umberto I. La sala operativa del numero 112 ha ricevuto molte chiamate simultanee ed ha inviato immediatamente sul posto le forze dell’ordine ed il 118.
Il fatto è avvenuto nella mattina di domenica 11 dicembre, nel corso di una riunione condominiale. L’omicida, un uomo di 57 anni che risulta essere incensurato, è stato poi bloccato da altri condomini e arrestato dai carabinieri.
Il Ris dei Carabinieri è all’opera per ricostruire le dinamiche che hanno portato al triplice omicidio. Secondo le ultime ricostruzioni l’omicida, Claudio Campiti, 57 anni, sarebbe entrato sotto un grosso dehor del bar ‘Il Posto Giusto’, prestato ai componenti di un consorzio riuniti per una riunione di condominio, urlando “vi ammazzo tutti”.
Il 57enne, secondo quanto fanno sapere alcuni testimoni, avrebbe sparato prima ai dirigenti del consorzio che amministrava il condominio, presenti alla riunione nel dehor del bar ‘Al posto giusto’ insieme a circa 30 persone. Dopo aver colpito le prime vittime l’uomo ha esploso altri colpi verso altre persone presenti ma sarebbe stato fermato da altri consorziati, alcuni dei quali sarebbero rimasti feriti. Le vittime sarebbero la segretaria del consorzio, una revisora contabile e una terza donna. La presidente sarebbe rimasta ferita, la vicepresidente incolume. Campiti, secondo fonti dei Carabinieri, non avrebbe avuto il porto d’armi.
“Non avevo mai saputo di minacce e non conoscevo bene l’uomo arrestato anche se ho sempre pensato fosse una persona diciamo ‘sui generis’. Col senno di poi si può confermare che era una persona certamente instabile”. Queste le parole di Mario Bertulli, uno dei membri del consorzio che amministrava il palazzo delle vittime della sparatoria del dehor del bar “Il posto giusto”. Bertulli non era presente alla riunione “perché mi ero scordato” ha spiegato. Ma ha raccontato di conoscere alcune tra le persone coinvolte. “La presidente Bruna Marelli – ha spiegato – la conosco bene, una persona squisita che ha sempre fatto gli interessi del consorzio e dei consorziati. Noi siamo sempre stati orgogliosi di essere rappresentati da lei, una signora in gamba”. “Quello che è successo – ha concluso – è qualcosa di inspiegabile o spiegabile solo in relazione a quanto ho detto prima sul fatto che questa persona soffriva di una certa instabilità psichica, che sicuramente c’è”.
Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, sul suo profilo Twitter ha così commentato la notizia: “Gravissimo l’episodio di violenza che sconvolge la nostra città. Tre vite spezzate e feriti gravi per una sparatoria durante una riunione di condominio. Sono in contatto con il Prefetto e domani (12 dicembre, ndr) parteciperò al Comitato per l’ordine e la sicurezza. La mia vicinanza alle famiglie”.
Queste le parole dell’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato: “A seguito della sparatoria avvenuta in via Monte Giberto il bilancio è di quattro feriti: uno trasportato al Policlinico Gemelli (uomo 67 anni ferito al volto), una al Policlinico Umberto I (donna 80 anni ferita al torace) e una al Policlinico Sant’Andrea (donna di 50 anni ferita al cranio), più un malore di un uomo di 65 anni presente all’evento che è stato portato in stato di shock all’ospedale Pertini. I feriti sono stati tutti trattati: quella più grave è la donna ricoverata al Sant’Andrea in gravissime condizioni e in prognosi riservata. È stata sottoposta ad intervento chirurgico ed ora è in rianimazione”.
Sabina Sperandio, 71 anni, Elisabetta Silenzi, 55, e Nicoletta Golisano, 50: questi i nomi delle tre donne uccise da Campiti. Una delle tre vittime, Nicoletta Golisano, era amica della premier Giorgia Meloni, che le ha dedicato un post sul suo profilo Instagram: “Nicoletta era una mamma protettiva, un’amica sincera e discreta, una donna forte e fragile allo stesso tempo. Ma era soprattutto una professionista con un senso del dovere fuori dal comune. È stato quel senso del dovere a portarla lì, di domenica mattina, dove un uomo la aspettava per ucciderla a colpi d’arma da fuoco, insieme ad altre due donne, durante una riunione di condominio a Roma. Nicoletta era mia amica. Lascia il marito Giovanni e uno splendido bambino di dieci anni, Lorenzo. Con la sua, altre famiglie, alle quali esprimo tutta la mia vicinanza, sono state distrutte. L’uomo che ha ucciso queste tre donne innocenti, e ha ferito altre tre persone, è stato fermato e spero la giustizia faccia quanto prima il suo corso. Il poligono dal quale aveva sottratto la pistola (il porto d’armi gli era stato rifiutato) è sotto sequestro. Eppure la parola giustizia non potrà mai essere accostata a questa vicenda. Perché non è giusto morire così. Nicoletta era felice, e bellissima, nel vestito rosso che aveva comprato per la festa del suo cinquantesimo compleanno, qualche settimana fa. Per me sarà sempre bella e felice così”.