17 Agosto 2022 - 11:47

Elezioni, nel fumo che si leva dalla battaglia delle liste del Pd, spicca il rifiuto di Monica Cirinnà di un collegio non sicuro. Poi ci ripensa

di Daniele Magrini

Dai fumi della battaglia interna nel Pd per la formazione delle liste in vista delle prossime elezioni politiche del 25 settembre, emerge come vera e propria “regina dei social” la parlamentare romana Monica Cirinnà. E’ lei infatti il personaggio più citato su Facebook e Twitter. Valanghe di commenti, a dir la verità non proprio condiscendenti nei suoi confronti. D’altronde, le sue mosse subito dopo l’ufficializzazione dei candidati appaiono come una sorta di perfetto manuale della comunicazione politica sbagliata.
Tutto nasce da una sorta di boomerang che la stessa Cirinnà lancia appena apprende di essere stata candidata di nuovo, ma non in uno dei cosiddetti collegi sicuri del Lazio . Per lei si vociferava del ruolo di capolista al Senato, ma le é stata preferita Cecilia D’Elia. E allora la Cirinnà annuncia il suo ritiro: “La mia avventura parlamentare finisce qui, domani comunicherò la mia non accettazione della candidatura. Mi hanno proposto un collegio elettorale perdente in due sondaggi, sono territori inidonei ai miei temi e con un forte radicamento della destra. Evidentemente per il Pd si può andare in Parlamento senza di me, è una scelta legittima. Resto nel partito, sono una donna di sinistra ma per fortuna ho altri lavori”. E già intendere la rappresentanza dei cittadini in Parlamento come un lavoro non rappresenta un grande spunto di educazione civica: dovrebbe essere un servizio. E neppure garantito.
Dopo poche ore però ci ripensa e addirittura usa la metafora dei gladiatori per annunciare che lei scenderà nell’agone anche se non le hanno attribuito un collegio da vincere in carrozza. E dice che andrà a «combattere forse come l’ultimo dei gladiatori in quel collegio».

Aggiunge che il fatto di non avere l’elezione assicurata é stato come ricevere “uno schiaffo dal mio partito, ma mi ricandido. Letta chiacchiera di occhi di tigre, io li tiro fuori, ma lo faccio solo per loro, per una comunità. Combattere come ultimo dei gladiatori è l’unico modo per non sottrarmi alla battaglia. Non è un ripensamento dettato da interesse, ma da amore e rispetto”.
Paladina dei diritti civili, tema in cui ha profuso indubbie energie raccogliendo vasti consensi, la Cirinnà per un giorno ha esternato più che altro il proprio diritto al posto sicuro in Parlamento. Non proprio un messaggio azzeccato.
Per il resto, nelle circoscrizioni del Lazio, il Pd manda avanti come previsto il presidente della Regione Nicola Zingaretti come capolista nella circoscrizione Lazio 1 collegio 1 per la Camera. Nel collegio 2 ci sarà invece Michela Di Biase: nel collegio 3 Claudio Mancini ritenuto molto vicino al sindaco di Roma Gualtieri. Nella circoscrizione Lazio 2 il listino del Pd sarà guidato da Matteo Orfini. Candidati al Senato anche Roberto Morassut e il segretario regionale Bruno Astorre. Fuori, invece, Enrico Gasbarra.
E nelle liste Pd non c’é, ovviamente Emma Bonino, come sottolinea una nota di +Europa: “Il fatto che Emma Bonino possa essere candidata nelle liste del Pd è una assoluta fake news. Sarà candidata, come ovvio, nelle liste di +Europa. Spiace che ci sia qualcuno che possa dare credito a questa balla messa in giro ad arte”.