30 Dicembre 2021 - 17:52
Covid, per la diagnosi di positività basterà il tampone rapido: l’ordinanza della Regione
Cambiano le modalità per la diagnosi del Covid-19. Con un’ordinanza a firma del presidente Nicola Zingaretti, infatti, la Regione Lazio ha stabilito che: “Il test antigenico rapido, se positivo, non deve essere confermato dal test molecolare che viene effettuato solo su richiesta del medico in base alla valutazione dei sintomi”.
“Considerato il costante aumento della incidenza di nuove infezioni – spiega in una nota Zingaretti – attualmente corrispondente nel Lazio a 374,27 soggetti positivi per 100.000 abitanti, e al conseguente accrescimento dei casi positivi tra i cittadini della nostra regione, abbiamo voluto recepire immediatamente le normative appena decise dal Governo, sottolineando alcuni punti essenziali”. Nel Lazio infatti, il 30 dicembre si sono registrati 5.843 nuovi casi positivi (+595 rispetto al giorno precedente), di cui 2872 a Roma e 6 decessi. I tamponi effettuati sono stati 85.513.
L’ordinanza stabilisce poi che “l’accesso alle strutture sanitarie, dagli ospedali alle case di cura, è consentito solo con le due dosi di vaccino e la dose booster, dunque con il Super Green Pass”. È inoltre previsto che: un test antigenico negativo in soggetti che presentano sintomi necessiterà di conferma con un secondo test antigenico rapido, a distanza di 2-4 giorni, o molecolare, esclusivamente sulla base della valutazione clinica ed epidemiologica del caso. Il test antigenico, inoltre, potrà essere utilizzato per la valutazione del termine dell’isolamento di un caso confermato Covid-19.
La nuova ordinanza della regione Lazio prevede poi che le attività di presa in carico e tracciamento dovranno essere prioritariamente orientate alla valutazione clinica ed epidemiologica dei seguenti casi: persone a rischio aumentato di forme gravi di Covid-19, incluse le persone non vaccinate; persone che vivono, lavorano, visitano o offrono servizi a persone ad elevato rischio di forme gravi di Covid-19; persone (contatti) che vivono insieme o che forniscono assistenza al caso positivo; persone che vivono, lavorano o visitano comunità chiuse, ambienti lavorativi affollati o eventi/contesti ad alto rischio di estesa diffusione virale; focolai o cluster già conosciuti. L’ordinanza infine prevede che le Aziende sanitarie locali (Asl) del Lazio diano seguito alle indicazioni previste attraverso le opportune attività di tracciamento.